Tempo di lettura: 2min

Iggo (AXA IM): "Non è ancora panico, ma poco ci manca"

5/29/2012 | Roberto Abate

Chris Iggo, cio global fixed income di AXA IM, in un recente outlook vede nero: "I mercati obbligazionari dei governi core hanno registrato un accellerato afflusso di capitali dal credito corporate, azioni e high yield e paesi periferici


Non è ancora panico ma se, con l’approssimarsi delle elezioni in Grecia, il risultato rimanesse incerto come lo è oggi, è probabile che le condizioni sui mercati finanziari peggiorino. Così scrive Chris Iggo (nella foto), cio global fixed income di AXA IM, in un recente outlook sul mercato obbligazionario. “Le ricerche e gli studi che hanno tempestato la mia casella email nelle ultime settimane – racconta - si concentravano su: potenziali corse alle banche in Europa, squilibri del sistema Target2 e relative implicazioni, meccanismi di uscita dall’Area Euro e su come la Grecia potrebbe introdurre una nuova valuta. Nel frattempo, i mercati obbligazionari dei Governi core hanno registrato un accelerato afflusso di capitali fuggiti, sospettiamo, da strumenti quali il credito corporate, le azioni e le obbligazioni high yield, oltre che dai titoli di Stato dei Paesi periferici”.


Secondo iggo, la più recente fase della crisi è determinata dall’idea che la Grecia possa abbandonare la valuta unica. Può sembrare ovvio, sottolinea, ma il punto è che un simile evento renderebbe nulla la nozione d’irrevocabilità dell’unione monetaria, perché si stabilirebbe un precedente. “A mio avviso, il fatto che gli agenti economici si stiano preparando per qualcosa che sarebbe sembrato assolutamente impensabile solo qualche anno fa – prosegue - è un segnale di quanta poca fiducia ci sia nelle capacità dell’élite politica di salvare l’euro”.


Quindi, cosa fare? Secondo Iggo le autorità dovrebbero adottare un atteggiamento più macho, assumersi qualche rischio, anche se la sua view è pessimista. “Ci saranno dei politici abbastanza coraggiosi da iniziare a pensare negli stessi termini? Ne dubito. Al massimo – conclude - possiamo sperare che la situazione greca induca ad una sorta di big bang politico e a un’accelerazione dell’integrazione fiscale nell’area euro. Potrebbero esserci dei programmi meglio coordinati per le iniezioni di capitale alle banche europee, per la regolamentazione bancaria e le assicurazioni sui depositi in Europa. La BCE potrebbe fornire maggiore liquidità. Le risorse dell’ESM potrebbero essere mobilitate per aiutare i Paesi in crisi. Si potrebbero sviluppare dei progetti per le infrastrutture. Tutto ciò sarebbe ben accetto, ma creerebbe una crescita sostenibile nel momento in cui quello che in realtà penalizza molte economie occidentali è la mancanza di supporto all’imprenditoria privata”.

Condividi

Seguici sui social

Advisor è la prima piattaforma interamente dedicata alla consulenza patrimoniale e al risparmio gestito con oltre 38.000 professionisti già iscritti


Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione


  • Leggi articoli esclusivi
  • Salva le tue news preferite
  • Partecipa ad eventi esclusivi
  • Sfoglia i magazine in anteprima

Iscriviti oggi!

Hai già un profilo? Accedi qui

Cerchi qualcosa in particolare?