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“Si salverà la Grecia?” Chiedilo ai consulenti finanziari (ex-promotori finanziari)

5/29/2012 | Carlo Benetti*

Non c’è bisogno di mercati “toro” per fare performance: ecco il ruolo del Consulente Finanziario nella scelta tra opzioni complesse.


 

“Maestro, si salverà la Grecia?”
“La domanda è sbagliata. Forse volevi dire “che ore sono?””
Così rispondeva il profeta cialtrone Quélo quando la domanda era troppo impegnativa.
Probabilmente però è la stessa riposta che, se solo potessero, darebbero alla domanda analisti, gestori, economisti. Si salverà la Grecia? Nessuno può onestamente rispondere: si possono elaborare scenari o prefigurare conseguenze ma nessuno può dire come si risolverà la crisi più grave dell’Europa da quando il 25 marzo 1957 venne siglato a Roma il Trattato che istituiva il mercato comune tra i sei Paesi fondatori, Germania, Francia, Italia, Belgio, Olanda, Lussemburgo. 
Mentre la politica indugia, riemergono le tensioni sui mercati finanziari, tornano le nubi dell’incertezza che pensavamo spazzate via dalle operazioni non convenzionali disposte dalla Banca Centrale Europea in dicembre e in febbraio. Analisti, operatori, consulenti sono quasi afoni di fronte alle richieste di Clienti e investitori che chiedono se non certezze almeno risposte, e la tentazione è di rispondere appunto “forse volevi dire ‘che ore sono?’”.
 
Se non è possibile prevedere il destino della Grecia e dell’Europa, si può però tentare qualche risposta su come proteggere il portafoglio in tempi complessi. Come in mare, mentre si soffre la burrasca in superficie, ci si dimentica delle correnti marine in profondità, così la volatilità nervosa dei mercati nasconde i movimenti profondi del cambiamento economico.
La complessità delle scelte di investimento rende essenziale il ruolo del Consulente che con competenza, ragionevolezza e pazienza deve rassicurare l’investitore accompagnandolo nella comprensione delle regole dell’investimento.
Di seguito tre osservazioni a sostegno di questa tesi.
 
Si è esaurito il grande ciclo pluridecennale dei tassi e le cose si sono fatte difficili per quanti pensano che investire in obbligazioni governative sia ancora, come è stato per molti anni, la soluzione più semplice, remunerativa e senza rischi. Non è più così, per lo meno non è più così nelle economie avanzate dove Paesi che danno stabilità non danno rendimento, e se c’è rendimento non c’è stabilità. Le obbligazioni dei Paesi periferici sono avvolte dalla diffidenza, mentre le emissioni dei paesi “core” offrono sicurezza al prezzo di rendimenti reali negativi, perdita secca di potere d’acquisto.
La fine del ciclo pluridecennale dei tassi ha trasformato lo scenario dell’investimento obbligazionario in uno scenario ostile all’investitore tradizionale. Oggi sono le economie emergenti a dare stabilità e rendimento, aree nelle quali si muovono con maggiore rapidità ed efficienza gli operatori professionali. 
 
La seconda osservazione è che ci troviamo in uno scenario di mercato favorevole a strategie “absolute return”, strategie che non si confrontano cioè con un indice o un paniere di indici  di mercato ma il cui obiettivo è fornire rendimenti reali positivi anche in situazioni avverse. Non è difficile immaginare che la cifra dei mercati finanziari nel prossimo futuro saranno ancora l’incertezza e l’elevata volatilità. Allora il gestore professionale, meglio dell’investitore singolo, riconoscerà i Paesi con sostenibili livelli di debito e di crescita, individuerà le emissioni societarie di qualità, si muoverà tatticamente attraverso i cicli del credito.
Le gestioni “absolute return” hanno superiori margini di libertà e flessibilità rispetto alle gestioni a benchmark e comportano un diverso onere di complessità.
Tale complessità richiede un supplemento di diligenza e studio quando si tratta di selezionare il prodotto adatto al proprio portafoglio. La generica espressione “rendimento assoluto” comprende infatti un universo di prodotti e strategie tra loro diversissimi ed è preferibile che la scelta sia condotta con l’aiuto di un esperto, Consulente o Private Banker. Si devono individuare e valutare il processo di investimento, l’universo investibile, l’esperienza del team di gestione, gli obiettivi di rendimento, il budget di rischio, la storia dei risultati.
 
La terza osservazione riguarda quelle che definiamo le “correnti profonde” cioè i cambiamenti graduali ed inarrestabili del nuovo equilibrio economico globale. Pochi giorni fa il Sole 24 Ore riferiva nelle pagine interne che i porti a sud del Mediterraneo hanno incrementato le proprie quote di mercato passando dal 18% al 30% a discapito soprattutto dei porti italiani, passati nello stesso arco di tempo dal 28% al 16%.
Un articolo dell’Economist del 19 maggio parlava del rallentamento dell’economia in Brasile dove comunque restano “moltissime opportunità” nell’agroalimentare, nel settore minerario, e nei servizi relativi a istruzione e health-care (salute).
Ancora il Sole 24 Ore riportando le cronache della fiera alimentare di Parma “Cibus 2012”, informava che sono triplicate le prenotazioni dai Paesi emergenti per i quali il marchio “made in Italy” resta quasi oggetto di culto.
Sono tre notizie apparentemente scollegate per coloro i quali sono abituati ad osservare la superficie, a seguire le Sono tre notizie certamente scollegate per coloro che osservano l’increspatura delle onde, che scrutano ciò che accade in superficie, le giornate di borsa che alternano il dramma all’euforia, lo spread che diventa titolo di telegiornale. La superficie dove l’articolo di fede è la liquidità e il conto deposito la sua liturgia.
Ma per coloro che oltre al moto ondoso visibile si interrogano sulle correnti in profondità quelle tre notizie non sono più scollegate ma appaiono coerentemente intrecciate.
E indicano opportunità di investimento di medio periodo borse che alternano dramma ed euforia, lo spread che apre i telegiornali. Abituati cioè a seguire gli accadimenti in superficie, dove l’articolo di fede è la liquidità e il conto deposito la sua liturgia.
Ma per coloro che, oltre al moto ondoso visibile, si interrogano sulle correnti in profondità, quelle tre notizie sono tutt’altro che scollegate, anzi appaiono coerentemente intrecciate, indicano opportunità di investimento di medio periodo nelle economie emergenti e in “temi” di investimento pluriennali come l’health care, le commodities/materie prime, il lusso.
 
Uno scenario finanziario dunque segnato da incertezza e complessità, favorevole ai più preparati, perché “when the goin' gets tough...the tough get goin'!” (“quando il gioco si fa duro…i duri cominciano a giocare”, John Belushi, Animal House, 1978).
 
*Market Research & Business Innovation di Swiss&Global Asset Management

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