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5/7/2012 | Roberto Abate
A coloro che non credono in un atterraggio duro della Cina, si è aggiunto ultimamente Hervé Lievore strategist di Axa Investment Managers, che nel suo ultimo report spiega come gli effetti del rallentamento auto-imposto dell’attività cinese sono stati amplificati da una riduzione della crescita delle esportazioni. Le autorità cinesi, tuttavia, hanno reagito prontamente e il miglioramento delle condizioni del credito, assieme alla ripresa del commercio, consentiranno al Paese di crescere dell’8,5% quest’anno.
Il rimbalzo, aggiunge Lievore, sarà meno vigoroso rispetto al 2009, a causa dei rischi correlati alla qualità del debito locale e al desiderio di sgonfiare una bolla immobiliare, tanto che sul medio termine è discutibile la capacità della Cina di sostenere una crescita del Pil al di sopra del 7%.
L’evoluzione del risparmio interno, in un contesto di graduale liberalizzazione del conto capitale, svolgerà un ruolo fondamentale: sarà una grande sfida per la nuova leadership cinese che dovrà prendere le redini del potere agli inizi dell’anno prossimo. Chiunque dovrà prendere in consegna il timone del Paese all'inizio del prossimo anno, conclude Lievore, non avrà altra scelta che quella di gestire, probabilmente, la fine di un modello economico che ha offerto una crescita media in Cina del 10% annuo negli ultimi tre decenni.
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