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Ecco come si fa educazione finanziaria in Italia

1/26/2017

La Consob ha presentato i risultati di un censimento condotto tra banche, assicurazioni e fondi pensione


L’educazione finanziaria in Italia si fa soprattutto con campagne di sensibilizzazione, attraverso la distribuzione di materiale informativo, la realizzazione di eventi o tramite brevi testimonianze non strutturate in un percorso didattico. È quanto emerge da un recente studio della Consob che ha censito per il triennio di interesse (2012-14) 206 iniziative di educazione finanziaria, promosse da 256 soggetti, tra cui 144 banche, 32 assicurazioni e 14 fondi pensione. In particolare, delle iniziative segnalate, 66 (il 32 per cento) sono state classificate come educazione e mirano esplicitamente al conseguimento di obiettivi educativi attraverso un percorso didattico strutturato.

Il 68 per cento (140 iniziative) sono state classificate come capanne di sensibilizzazione. Scrive la Consob che i programmi educativi “sono stati meno numerosi presumibilmente per il maggiore impegno di risorse, umane e finanziarie, che normalmente richiedono rispetto alle azioni che hanno per obiettivo sensibilizzare ed informare il pubblico”. Tra le iniziative censite, 99 sono state rivolte agli studenti e 107 agli adulti. “L’individuazione dei destinatari - si legge nel rapporto - e la comprensione dei loro processi cognitivi sono tra gli aspetti fondamentali da considerare. Le raccomandazioni elaborate sottolineano come l’educazione finanziaria debba iniziare già dalla scuola primaria e essere sviluppata per target di beneficiari”.

Strutturare i programmi per target è necessario - secondo gli esperti della Consob - per meglio soddisfare i fabbisogni informativi ed educativi di segmenti particolari della popolazione. “Intervenire sugli adulti presenta ostacoli specifici, tra cui la difficoltà di individuare contesti dedicati, come la scuola per i ragazzi, e la scarsa disponibilità di tempo dei potenziali beneficiari. Inoltre le modalità didattiche devono misurarsi con la diminuzione delle capacità di apprendimento che si verifica al crescere dell’età” conclude la Commissione nel rapporto.

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