Nel corso del 2012 le principali banche quotate italiane, tedesche e francesi hanno mostrato segni di ripresa dei livelli reddituali, mentre quelle spagnole e inglesi hanno visto una contrazione dell’utile ante imposte (al lordo delle rettifiche sull’avviamento) rispetto al totale dell’attivo. È quanto emerge dall’ultimo Risk Outlook della Consob secondo cui le banche italiane evidenziano in media una redditività inferiore a quella delle principali banche quotate tedesche e francesi se calcolata con riferimento alle attività ponderate per il rischio (pilastro di Basilea 2), che è minore, quando sono presenti valide garanzie, o maggiore quando invece il rimborso del credito è dubbio.

Se si considera, invece, la redditività in rapporto alle attività non ponderate per il rischio, quella delle banche italiane risulta invece più elevata rispetto ai principali competitors europei. Tale risultato, si legge nel report, "dipende dal più elevato peso dell’attivo ponderato per il rischio su quello non ponderato per effetto di un modello di business più concentrato su tipologie di impieghi caratterizzati da una più elevata ponderazione ai fini del rispetto dei requisiti prudenziali”.

L’outlook della Commissione segnala come l'andamento reddituale dei primi 8 gruppi bancari italiani nel primo semestre 2012 risulti negativo se confrontato con il corrispondente periodo del 2011, "essenzialmente per effetto del forte aumento delle rettifiche su crediti e altre operazioni finanziarie a causa del deterioramento della qualità del credito indotto dall’andamento sfavorevole del ciclo economico". Nel primo semestre l’incidenza delle sofferenze sul totale dei crediti è difatti cresciuta significativamente portandosi su livelli superiori in Italia al 6% (in Spagna all’8%).

Una dinamica che ha determinato una contrazione media dell’utile netto del 70% circa, anche se l’adeguatezza patrimoniale è migliorata per tutte le principali banche europee, con coefficienti prudenziali che, nei valori minimi, risultano superiori al 9% per il tier 1 ratio e al 12% per il total capital ratio. Quanto alla composizione dei ricavi, nel corso del primo semestre dell’anno è aumentato il peso dei ricavi di negoziazione sul totale dei ricavi per tutte le principali banche europee, sebbene quelle italiane e spagnole continuino a caratterizzarsi per una maggiore incidenza del margine di interesse e delle commissioni. 

Sul fronte della struttura della raccolta, i principali gruppi bancari italiani si differenziano per il maggior peso della raccolta obbligazionaria (pari a circa il 30% a fronte di valori compresi tra il 20% e il 25% circa per le banche europee) e per il maggior ricorso alla raccolta interbancaria. Le principali banche italiane e tedesche, inoltre, mostrano un miglioramento dell’efficienza operativa; in particolare il cost-to-income ratio (rapporto tra costi operativi e margine di intermediazione) risulta in deciso calo per le banche italiane.

Nel primo semestre del 2012, infine, si è in parte interrotta la fuga dai paesi periferici, tra cui l'Italia verso cui le banche dei principali paesi europei hanno incrementato le proprie esposizioni con investimenti pari a circa 10 miliardi di euro, tra pubblico e privato. Il dato, spiega l'outlook, è riferibile principalmente agli investimenti delle banche tedesche nel settore pubblico italiano, per oltre 16 miliardi di euro, a fronte di disinvestimenti delle banche francesi e inglesi per circa 6 miliardi complessivi, mentre nel settore privato italiano, gli istituti transalpini hanno aumentato la propria esposizione per circa 16 miliardi di euro, mentre quelli tedeschi e inglesi hanno disinvestito per circa 7 miliardi.