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Selezionare i comparti meno sensibili alla crisi dell'Ue

10/21/2011 | Redazione Advisor

Le previsioni di crescita delle principali economie industrializzate sono sempre inferiori alle stime consensuali, a causa degli effetti depressivi della crisi del debito, la crescita non incisiva e la debolezza dei mercati azionari.


Per il 2012 Mark Burgess, chief investment officer di Threadneedle, ha ridotto le stime sul PIL britannico all’1%, in considerazione dell’impatto rilevante dei tagli al settore pubblico e della debolezza del continente europeo, ossia del principale mercato di esportazione del Regno Unito.

 

Sono state abbassate anche le aspettative di crescita del Giappone dove, nonostante un solido recupero dopo il sisma, è probabile che Europa, Stati Uniti e paesi in via di sviluppo continuino a patire il rallentamento della crescita rispetto ai precedenti livelli di attività. Una delle conseguenze di queste stime al ribasso è la previsione attuale di un taglio dei tassi d’interesse della Banca Centrale Europea durante l’anno in corso.


I portafogli sono stati spostati verso i settori economicamente meno sensibili. Per esempio, è stata incrementata l’esposizione a sanità, beni di consumo primari e telecomunicazioni, mantenendo stabile l'attenzione alle società migliori di tutti i settori e, in particolare, a quelle caratterizzate da solidi bilanci e flussi di cassa.


La posizione prudenziale nel settore bancario di Threadneedle si è dimostrata proficua. Si conserva tale approccio alla luce dei rischi crescenti di tagli al debito sovrano, della necessità di un ulteriore consolidamento dei bilanci e, infine, delle modeste prospettive di crescita a medio termine.


Sottoesposizione anche nel settore energetico. Si prevede una sostanziale tenuta delle quotazioni petrolifere, vista l’offerta limitata e le scarse probabilità di un calo della domanda nonostante il rallentamento economico. All’interno del comparto meglio le società di servizi petroliferi e di prospezione e produzione alle grandi major integrate.

 

È proseguita la ritirata dei mercati azionari legata ai timori sull’eurozona e sulla crescita mondiale. Le valutazioni azionarie sono scese a livelli interessanti e, per una serie di parametri, non si discostano molto dai minimi post-Lehman. Visto l’acuirsi dei rischi legati all'eurozona Burgess ha alleggerito la posizione sui titoli azionari in fase rialzista; alla luce delle valutazioni tuttavia si mantiene un posizionamento superiore rispetto a quello del benchmark. 

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