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8/3/2011 | federico leardini
Mercati nel panico, in assenza di indicatori che possano dare fiducia agli investitori.
Da qui la fuga sui beni rifugio, bund, franco svizzero e oro su tutti.
La Swiss National Bank ha deciso un intervento d'urgenza per contrastare la folle corsa degli ultimi giorni della valtua elvetica.
Qui il commento di Michael McCarthy, Chief Market Strategist e David Barrett-Lennard, Institutional Equities Dealer di Cmc Markets
Le ultime 24 ore hanno rappresentato un vero e proprio film dell'orrore dei mercati finanziari: i dati macro peggiori del previsto uniti all'innalzamento degli spread in Italia e Spagna verso la soglia di non ritorno del 7%, il Dow Jones in calo per l'ottava seduta consecutiva (è successo solo sei volte negli ultimi trent'anni), la decisione di Fitch di mettere sotto osservazione il rating del debito Usa hanno provocato una rapida inversione di marcia nel sentiment degli investitori la cui propensione al rischio è tornata a livello zero, con torrenti di liquidità che da inizio settimana si sono riversati nelle uniche tre asset class considerate bene rifugio ormai da mesi: Oro, FrancoSvizzero, Yen giapponese.
Per quanto riguarda quest'ultimo, si fa notare che un eventuale avvicinamento a quota 76 nel cambio contro il Dollaro Usa provocherebbe l'intervento immediato della BoJ. Sul mercato azionario, i titoli che trattano Oro e quelli interessati da operazioni di M&A sono probabilmente gli unici asset in cui investire nella giornata odierna.
Picchi di volatilità si sono registrati anche sul Dollaro Australiano (che fino ad oggi sembrava mostrare un trend in netta crescita): il cambio è sceso fino a 1.0685 a seguito del dato in calo sulle vendite al dettaglio di giugno, per poi risalire dopo la pubblicazioni di dati migliori del previsto sull'attività non manifatturiera in Cina.
Sulle prospettive di breve termine, in Europa la pressione sui titoli spagnoli e italiani potrebbe proseguire anche nel corso della seduta odierna creando - se così fosse- un problema in più alla Bce (prestatore di ultima istanza), visto che il fondo EFSF non avrebbe la potenza di fuoco per intervenire anche in questi due casi: la moneta unica potrebbe accelerare la tendenza ribassista verso $1,4030.Per tentare di capire quale direzione prenderanno i mercati, i dati americani sull'occupazione dei privati (in uscita oggi) e quelli relativi ai salari non agricoli di venerdì assumeranno una rilevanza ancora maggiore del solito.
Come ricorda David Barrett-Lennard, ciò che è veramente difficile in un momento in cui il sentiment prende il sopravvento nel determinare la direzionalità dei mercati è rimanere obiettivi nelle valutazioni e consapevoli del quadro generale in cui ci si muove: il ciclo in cui ci troviamo in questo momento rappresenta il 21esimo mese di crescita; se pensiamo che mediamente ogni ciclo dura dai 32 ai 38 mesi (secondo le stime di Goldman Sachs) e che ogni ciclo di crescita deve affrontare "venti contrari", possiamo affermare di avere avuto la nostra parte tutta insieme, senza che questa tuttavia abbia pregiudicato la fase di crescita in cui ancora ci troviamo.
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