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7/26/2011 | federico.leardini
Mercati in tempesta. Non basta "sapere come muoversi", si deve far riferimento ai grandi professionisti della gestione del risparmio.
Per indicarci i trend di mercato e le prospettive per i prossimi mesi abbiamo incontrato Frank Dixmier, chief investment officer di Allian Global Investors..
Questa la nostra intervista esclusiva:
Mr. Dixmier mi piacerebbe iniziare facendo un quadro dell’attuale situazione dei mercati.
Siamo in un contesto di moderata avversione al rischio, i livelli di volatilità sui mercati azionari e obbligazionari sono ancora sotto controllo,.
Non si può comunque non notare un deterioramento del sentimenti sul mercaot azionario in scia al problema del debito americano e alle tensioni sul fronte della crisi greca.
Parliamone: pare ci siano 3 livelli di Europa:
la Germania e la Francia, gli Stati guida in Europa.
Un secondo livello con Italia e Spagna e altri stati potenzialmente a rischio
E infine i Pigs.
Condivide questa opinione? Ma, soprattutto, come si investe in questi mercati?
Si tratta effetivamente di uno scenario molto complesso, ma pare evidente che non ci siano alternative se non aiutare la Grecia per impedire una diffusione della crisi.
La ripresa anche per le economie solide e le loro banche è ancora sotto tono.
L’esposizione incrociata al debito e questi timori di contagio posso nuocere molto alla crescita globale.
Delle soluzioni possono essere trovate dividendo il carico di questa crisi tra investitori pubblici e privati, ma in definitiva si cerca di guadagnare tempo per evitare il contagio e per permetterre alle economie periferiche di mettere in atto i loro piano di riduzione del debito.
E l’attesa è che nel giro di due o tre anni la situazione del quadro economico di questi Paesi sia sostanzialmente diversa da quella che vediamo oggi.
In uno scenario ottimale questo risolverebbe ogni timore di contagio ed è ciò che ci auguriamo tutti.
E ce lo auguriamo perché realisticamente non ci sono alternative a questo…
E cosa ne pensa degli Stati Uniti, quest’anno hanno decisamente deluso gli investitori…
È vero, ma ci sono una serie di fattori coincidenti che hanno impattato, come i problemi sul fronte dell’offerta, lo tsunami in Giappone, prezzi in crescita per le materie prime che si sono assommati alle conseguenze dell’ultima crisi, con il mercato del lavoro ancora in difficoltà, il mercato immobiliare che non risponde alle misure di sostegno implementate lo scorso anno…
E siamo ancora in una situazione di deterioramento.
Ma possiamo credere che in un quadro globale di crescita l’effetto sulle imprese americane degli ordini dai mercati emergenti sarà positivo.
L’export americano infatti è nettamente cresciuto rispetto ai livelli precrisi.
Tutto sommato non siamo particolarmente preoccupati e siamo convinti che sia gli Usa che l’Europa riusciranno a raggiungere i loro obiettivi entro fine anno.
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