Che i risparmiatori non siano ancora pronti a pagare per una consulenza finanziaria indipendente, lo dimostra, ancora una volta, un recente studio di Deloitte. Un sondaggio condotto, per giunta, nel Regno Unito, il paese che si è fatto bandiera della consulenza indipendente e che sta per introdurre nuove regole per la distribuzione agli investitori finali. 

La normativa in questione (RDR), che diventerà effettiva in Gran Bretagna dal gennaio 2013, introduce un nuovo modello di remunerazione non implicita nel prodotto (come nel caso in Italia dei pf), ma legata esclusivamente al servizio di consulenza offerto dagli adviser. In pratica, rende obbligatorio il pagamento per il cliente di una commissione in base a un tariffario.

Consulenza a pagamento che però, per la maggior parte dei risparmiatori, rimane ancora difficile da digerire: la metà stando al sondaggio, ha dichiarato di esser pronta a rifiutare un servizio di consulenza finanziaria qualora sia a pagamento, come stabilisce la RDR. Si tratta del 54% dei risparmiatori britannici, soprattutto clienti che di solito si rivolgono allo sportello (60%) e che in genere sono meno propensi a pagare una commissione rispetto ai clienti che di norma si rivolgono ai consulenti indipendenti (IFA).

Del resto la maggior parte di loro credevano che una consulenza finanziaria - un suggerimento su dove, come e quanto investire - fosse totalmente gratuita (il 67% dei clienti delle banche, secondo un sondaggio dello scorso anno). Questo accade nel Regno Unito, dove l'advisoring finanziario è più consolidato che in Italia, un paese dove oltre il 70% dei risparmiatori si rivolge ancora alle banche. A buon intenditor...