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Consulenti finanziari (ex-promotori finanziari): quando si dribbla l'Irap?

4/21/2011 | redazione

L'Irap dovuta dai professionisti ha sempre rappresentato un tema al centro del dibattito: Agenzia delle Entrate, giurisprudenza (sia di legittimità che di merito) e dottrina si sono confrontate sulla legittimità del tributo già all'indomani della sua comparsa nel nostro ordinamento. Ora...


 

L'Irap dovuta dai professionisti ha sempre rappresentato un tema al centro del dibattito: Agenzia delle Entrate, giurisprudenza (sia di legittimità che di merito) e dottrina si sono confrontate sulla legittimità del tributo già all'indomani della sua comparsa nel nostro ordinamento (avvenuta, come si ricorderà, per effetto del decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446). La Corte di Cassazione, infatti, già sul finire degli anni Novanta assunse un orientamento chiaro: il professionista privo di “autonoma organizzazione” non è tenuto a versare l'Irap. E' di tutta evidenza l'importanza dell'argomento anche per tutti i consulenti finanziari (ex-promotori finanziari) che esercitano la professione con partita Iva e senza l'ausilio di un'organizzazione che possa considerarsi, agli occhi del Fisco, come “autonoma”. 
 
Il fiscalista Paolo Duranti, su AdvisorProfessional (https://professional.advisoronline.it/promotori-finanziari/content/details-2755.action) delinea i casi in cui è possibile dribblare l'Irap. Leggi il suo intervento all'interno della community e invia le tue domande al nostro esperto che ti risponderà non appena possibile.

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