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1/22/2014 | Redazione Advisor
I consulenti finanziari (ex-promotori finanziari) si ribellano alla proposta della Banca d'Italia di mettere un tetto agli stipendi imponendo il rapporto 1:1 tra quota ricorrente e quota non ricorrente della remunerazione. Dopo gli appelli e gli interventi di Assoreti, Assosim e Anasf, che hanno evidenziato sepratamente diversi elementii criticità, ora sono gli stessi pf che dicono no a Palazzo Koch, soprattutto sul frone del livellamento della remunerazione (tema particolarmente caro ad Assoreti).
"Limitare il compenso a chi sostiene un rischio nella propria attività, credo sia la solita inutile e dannosa ingerenza da parte di chi poco sa o nulla capisce di mercato e di compensi" afferma un professionista iscritto alla business community AdvisorProfessional dove si è acceso il dibattito intorno al tema remunerazione e ai nuovi limiti che potrebbero arrivare con la direttiva CRD 4.
"Se ci vogliono a tutti i costi far diventare dei "bancari"… allora credo che anziché evolversi si torna all'origine" ribadisce un altro consulente finanziario (ex-promotore finanziario) che insieme a molti degli 8.000 pf iscritti ad AdvisorProfessional ha partecipato al sondaggio lanciato il 15 gennaio scorso.
Alla domanda: "Condividi l'appello di Assoreti a eliminare il rapporto 1:1 alla remunerazione?" ben 7 consulenti finanziari (ex-promotori finanziari) su 10, tra coloro che hanno partecipato, rispondono positivamente e si dichiarano d'accordo con Assoreti, Ascosim e Anasf a non voler assistere ad una nuova imposizione anti-pf.
Ma non mancano le voci contrarie e c'è anche chi propone un tetto: "si potrebbe porre un tetto alla parte variabile, al fine di creare anche per i consulenti (ex-promotori) una retribuzione fissa calcolata in base alla produzione ed al portafoglio medio degli ultimi tre anni" afferma un pf.
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