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M&G: nei paesi ASEAN ci vuole selezione

6/4/2013 | Redazione Advisor

Greg Aldridge, gestore del fondo M&G Global Growth: “Nei Paesi Asean ci sono molte aziende di qualità con un forte potenziale di crescita, ma le valutazioni sono ‘tirate’: è fondamentale essere selettivi”.


 

“Nei Paesi Asean ci sono molte aziende di qualità con un forte potenziale di crescita, ma le valutazioni sono ‘tirate’: è fondamentale essere selettivi”. Commenta così Greg Aldridge, gestore del fondo M&G Global Growth, le opportunità offerte dai paesi ASEAN (Associazione delle Nazioni del Sud Est Asiatico). 

 
Come si legge dal comunicato di M&G, oggi l’ASEAN rappresenta dieci Paesi del Sud Est asiatico; il più grande è l’Indonesia. Quando si parla di mercati emergenti si tende a pensare ai BRICs, mentre l’ASEAN è un’associazione effettiva, e non solo un acronimo coniato dalle banche di investimento, e con oltre 600 milioni di abitanti e più di duemila miliardi di dollari di prodotto interno lordo totale. Insomma, è una regione che non può essere trascurata.  
 
 
"Negli anni, i Paesi ASEAN hanno preso decisioni volte ad aumentare la cooperazione, attirando l’interesse degli investitori stranieri" fa sapere Aldridge. "Nel nostro ultimo viaggio, abbiamo visitato Singapore, dove abbiamo partecipato a una conferenza internazionale, e trascorso alcuni giorni in Tailandia. Abbiamo incontrato svariate società in entrambi i Paesi, tra cui dei retailer, molti dei quali si trovano ancora nelle prime fasi del ciclo di sviluppo della loro attività. In particolare, abbiamo preso in considerazione dei retailer con punti vendita nell’ordine delle decine, e non di centinaia o migliaia, fattore che aumenta il potenziale di un’espansione futura. Inoltre, abbiamo avuto modo di riscontrare delle precise somiglianze tra alcune di queste società e le compagnie oggi di successo in Europa e Stati  Uniti, società che hanno già percorso la strada della crescita profittevole, generato rendimenti elevati e sostenibili, e aumentato nel tempo il loro valore fondamentale". 

 
"Tuttavia, è fondamentale essere selettivi" prosegue. "La valutazione è ciò che fa di una grande azienda un grande investimento, e nel contesto attuale, le valutazioni nei Paesi che abbiamo visitato sono generalmente piuttosto tirate. I tassi di sconto impliciti per quei Paesi, tenendo presente che quanto più alti sono i tassi di sconto, tanto più economico è il mercato. Oggi la Tailandia sembra piuttosto valutata a livelli piuttosto alti, con i tassi di sconto che si avvicinano ai livelli visti solo alla fine degli anni Novanta".

 
In questi Paesi il sentiment è decisamente ottimista, tuttavia, il senso generale di euforia della regione si è raffreddato a livelli più vicini alla normalità. "Sia a Singapore che in Tailandia, i manager che abbiamo incontrato si sono mostrati consapevoli delle vaste opportunità di espansione che hanno davanti. Molti retailer stanno spostando il loro focus, muovendosi con prudenza dalle città principali anche verso realtà più periferiche. Questo ‘spostamento’ è assolutamente ragionato, ed è frutto della consapevolezza che il loro modello di business può funzionare non solo nelle grandi metropoli, ma che occorre tenere conto dell’evoluzione, lenta, dei consumatori anche nelle aree non metropolitane".
 
 
Di fronte a questi dati, occorre porsi una domanda, ovvero cosa c’è di diverso in queste società? Come possono trovare il modello di business vincente che permetterà loro di continuare ad aprire nuovi punti vendita, e aumentare la loro presenza mantenendo i rendimenti elevati? "Crediamo che la comprensione dei trend occidentali che sono venuti prima possano provvedere una sorta di roadmap, e ci permettono di vedere la direzione che queste società hanno il potenziale di intraprendere" conclude Aldridge.

 
"Per i supermarket, possiamo guardare ai primi passi di Tesco o di Wal-Mart; per i department store Debenhams, o El Corte Inglés, o Printemps; e nel settore dei bricolage, retailer come B&Q e Castorama. Gli investitori in queste società fin dall’inizio hanno visto moltiplicarsi i rendimenti, e identificare sul nascere queste aziende con potenziale di crescita nella regione dell’ASEAN potrebbe dare simili opportunità di rendimento. È però fondamentale operare con metodo, in quanto alcuni di questi brand potrebbero non sopravvivere al passaggio del tempo. In conclusione, siamo entusiasti delle possibilità presenti nella regione, e del potenziale che hanno le aziende ben gestite con elevati rendimenti di accrescere il loro valore fondamentale e generare rendimenti per gli azionisti. Anche se crediamo che le prospettive siano positive, in mercati così pienamente valutati, occorre essere molto selettivi, e consideriamo esclusivamente gli investimenti con un livello di valutazione a nostro vantaggio". 

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