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4/9/2024 | Daniele Barzaghi
“Tutti ritengono la salute fondamentale ma quante ore del giorno ciascuno di noi dedica alla propria salute? Quanto investiamo sulla nostra possibilità di essere longevi?”. Con questa provocazione il dottor Filippo Ongaro, medico e longevity coach ha aperto la conferenza “Longevity planning: come raggiungere una vita longeva e pianificarla al meglio” tenuta durante il primo giorno del Salone del Risparmio 2024 da UniCredit Allianz Vita, la compagnia di bancassicurazione pariteticamente da Allianz e UniCredit e che da 1995 opera nel ramo Vita (prima come CreditRas Vita).
E visto che in Italia esistono già oggi oltre 22.000 ultracentenari - la quinta età – il tema non è così remoto. “Certo, è importante abbinare durata e qualità della vita. Perché se osserviamo già la condizione di salute degli ultra-settantenni c’è da mettersi le mani nei capelli” ha proseguito lo specialista. “A questo si aggiunge lo stato mentale, visto che tutti noi siamo oggi schiacciati dalle preoccupazione e, secondo le statistiche, il 97% del nostri timori non si realizza”.
“Longevità e invecchiamento non sono da considerare sinonimici. La Francia è tra i primi cinque Paesi al mondo per longevità ma non ha il nostro problema di età media sempre più alta” è dunque intervenuta Emanuela Notari, longevity strategist e partner dell’Active Longevity Institute. “C’è anche il tema delle risorse con cui si arriva a queste età così avanzate: non solo possibilità economiche adatte per una vita così allungata, ma anche fisiche e psichiche, visto che è certificato che la solitudine sia per la salute più dannosa di un pacchetto di sigarette al giorno. Come diceva il dottor Ongaro, gli ultra-settantenni italiani già oggi segnalano uno stato di salute inferiore alla media internazionale: non ci alleniamo, non leggiamo; perché la salute – è bene ribadirlo – non è solo fisica ma anche mentale”.
“Per arrivare a una reale longevità servono capitale finanziario (redditi, risparmi, patrimonio e assicurazioni), capitale fisico (salute fisica, stili di vita, casa), capitale umano (capacità di lavoro, competenze, attrattività verso mercato del lavoro) e capitale sociale (capacità di lavoro, competenze, rete sociale o di scopo)” ha sintetizzato Notari, tornando sul tema della solitudine in tarda età: “La solitudine negativa. Quella che gli inglesi chiamano ‘loneliness’. Non la ‘solitude’, che invece è volontaria”.
“Gli italiani hanno sempre utilizzato il risparmio come cuscinetto assicurativo. Ma si riferiscono alla liquidità, ai conti correnti. Non investono nei prodotti creati ad hoc” ha poi riportato alle azioni pratiche da compiere Alberto Vacca, Head of bancassurance, life & health di Allianz e direttore generale di UniCredit Allianz.
“Soluzioni complete che remunerino adeguatamente il risparmio sul medio e lungo termine, sia nella fase di accumulo sia di decumulo, gestendo anche il momento del decesso. In Italia per esempio pochissime persone utilizzano la conversione in rendita delle polizze assicurative, tanto che nel Nord Europa dove le protezioni assicurative sono più diffuse la longevità dei clienti sta diventando addirittura un elemento critico per le compagnie come noi”. E ha rimarcato: “Serve una consulenza specialista di qualità ed è necessario muoversi per tempo, non quando ormai è tardi”.
“Una banca deve incaricarsi del compito di creare una rendita alternativa. Se ne è parlato per anni, ora molto meno: anche il nostro settore è soggetto a mode. Questo significa investire sulla longevità” è intervenuta Annalisa Areni, Head of client strategist di UniCredit, in un intervento particolarmente sincero e accorato.
“Dal punto dei professionisti dobbiamo valorizzare i talenti, consentire ai professionisti di trovare lavori in linea con i propri bisogni; uscendo dal sillogismo che vuole sempre il talento abbinato soltanto alla giovinezza”
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