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Alternativi privati, gli investitori sono sottopesati

7/10/2024 | Redazione ADVISOR

Secondo uno studio di PGIM Investments, in Europa, il 64% dei gatekeeper afferma che i propri clienti sono sottoinvestiti nelle strategie del private market, mentre in Asia la percentuale è ancora più alta, pari al 76%


Nell'ultimo decennio gli alternativi privati hanno registrato un'impennata, ma due terzi dei fund buyer professionali europei e asiatici ritengono che i loro clienti siano ancora sottoesposti a questa fiorente asset class, secondo uno studio di PGIM Investments. PGIM è il business di gestione patrimoniale globale di Prudential Financial, Inc. (NYSE: PRU), con sede negli Stati Uniti.

Questa conclusione è parte dell'ultimo studio Gatekeeper Pulse® di PGIM Investments, che ha sondato i piani di allocazione, le attitudini di investimento e le preferenze dei gestori di 210 gatekeeper (selezionatori di fondi) del Regno Unito, dell'Europa continentale e dell'Asia presso grandi istituzioni finanziarie globali, tutti con un patrimonio in gestione di almeno 1 miliardo di dollari. Si tratta del quinto studio di PGIM Investments volto a esplorare le questioni più importanti secondo i responsabili della selezione dei fondi.

In Europa, il 64% dei gatekeeper afferma che i propri clienti sono sottoinvestiti nelle strategie del private market, mentre in Asia la percentuale è ancora più alta, pari al 76%. Al fine di sbloccare potenzialmente maggiori allocazioni agli asset del mercato privato, i gatekeeper a livello globale sono alla ricerca di strutture commissionali più favorevoli, maggiore trasparenza e migliore disponibilità/accessibilità.

Matt Shafer, responsabile della distribuzione internazionale di PGIM Investments, prevede che i mercati privati registreranno un'impennata della domanda nei prossimi anni, ricordando l'ascesa degli investimenti nei mercati emergenti (EM) a cavallo del nuovo millennio.

"Sebbene ci sia voluto del tempo prima che gli investitori abbracciassero appieno le complessità dell'investimento in azioni e debito dei mercati emergenti, sarebbe difficile sostenere che oggi un portafoglio sia adeguatamente diversificato senza un'esposizione al mondo in via di sviluppo. Nei prossimi anni è realistico pensare che i mercati privati vengano considerati allo stesso modo", spiega Shafer.

L’orientamento rialzista dei gatekeeper sui mercati obbligazionari

In termini di aspettative sui rendimenti delle asset class per il prossimo anno, i gatekeeper sono ottimisti sulle prospettive del reddito fisso, sia pubblico che privato. Per quanto riguarda il reddito fisso pubblico, il 59% dei gatekeeper prevede un aumento dei rendimenti, mentre solo il 25% prevede una diminuzione. Per quanto riguarda il reddito fisso privato, il 50% prevede un aumento contro il 26% che vede una diminuzione.

Dato che i fund selector sono ottimisti sui rendimenti del mercato obbligazionario, non sorprende che il 52% preveda di aumentare le allocazioni sul reddito fisso pubblico nel corso del prossimo anno, la percentuale più alta tra tutte le asset class. Le infrastrutture e le azioni quotate sono i prossimi bersagli di un incremento delle allocazioni.

I titoli corporate investment grade, con il 54%, e i titoli di Stato, con il 47%, sono i principali destinatari a livello globale di un aumento delle allocazioni a reddito fisso. Si registra anche un forte appetito per un'esposizione aggiuntiva ai segmenti più rischiosi dell'universo del reddito fisso, come l'high yield con un aumento del 39% e il debito EM con il 38%.

Poiché molti investitori detengono ancora livelli elevati di liquidità, Shafer comprende la volontà dei gatekeeper di incrementare le partecipazioni nel reddito fisso.

"I tassi di liquidità possono essere ancora elevati in molte parti del mondo, ma la certezza dei rendimenti attesi dalla liquidità diminuisce logicamente nel tempo", afferma Shafer. "Al contrario, date le lunghe duration e le scadenze più lunghe delle obbligazioni, il reddito fisso può offrire un più elevato grado di certezza o di fiducia per un livello di rendimento mirato. In effetti, la liquidità potrebbe essere l'opzione più rischiosa nel lungo periodo, soprattutto perché molte banche centrali hanno già iniziato a tagliare i tassi".

La volatilità attesa offusca l'ottimismo sull'azionario

Il consenso sui rendimenti azionari è meno ampio: un 10% netto di intervistati prevede un aumento piuttosto che una diminuzione dei rendimenti sia per il public equity che per il private equity. La maggior parte dei fund selector prevede che nei prossimi 12 mesi il contesto d'investimento sarà caratterizzato da una maggiore volatilità azionaria e da un aumento del rischio geopolitico, in particolare con le recenti elezioni nel Regno Unito e in Francia. La corsa alla presidenza negli Stati Uniti a novembre di quest’anno si andrà ad aggiungere alle forze secolari che già influenzano il contesto degli investimenti.

Le azioni globali sono i principali obiettivi su scala mondiale per l'aumento delle allocazioni, seguiti dall’azionario tematico, mentre si nota una componente di home bias sia per i gatekeeper in Europa che in Asia. Se le azioni a grande capitalizzazione sono state da tempo in ascesa, il 64% dei gatekeeper globali è ora fiducioso in una ripresa delle performance delle azioni a piccola e media capitalizzazione nei prossimi 12 mesi, mentre il 58% si aspetta che il growth sovraperformi il value nello stesso periodo.

Alessandro Aspesi (in foto), Head of Italy di PGIM Investments aggiunge: "Anche se il taglio dei tassi fornirebbe un vento di coda ai mercati azionari, i fondamentali sono il vero motore della performance azionaria a lungo termine. Lo scenario macro ha dominato la narrativa degli investimenti per qualche tempo, ma ci aspettiamo che i fondamentali tornino al centro dell'attenzione e che le aziende dimostrino una crescita degli utili duratura e una domanda solida per ottenere buoni risultati da qui in avanti. Ciò si allinea con le prospettive degli utili societari, in cui si prevede che i titoli growth generino una crescita degli utili più sostenuta rispetto ai titoli value, che dipendono maggiormente dal ciclo economico."

Per quanto riguarda i temi in primo piano per i gatekeeper, l'ascesa dell'IA è naturalmente in cima all'agenda: quasi la metà degli intervistati la cita come priorità assoluta. Nel settore immobiliare, i data center sono intrinsecamente legati alla massiccia crescita della domanda di dati derivante dalla proliferazione dell'IA. Questa opportunità di crescita strutturale ha portato il 47% dei gatekeeper globali a indicare la volontà di aumentare le allocazioni nei data center.

Per consultare lo studio completo Gatekeeper Pulse di PGIM Investments, visitate la pagina web.

 

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