Tempo di lettura: 3min

PIR, 1,5 miliardi di raccolta nei prossimi due anni

1/13/2023 | Redazione Advisor

Luigi De Bellis (Equita): “I prodotti alternativi potrebbero raggiungere 10-15 miliardi di AUM in 5 anni”


“La raccolta netta dei fondi PIR alternativi è stata resiliente, con flussi netti positivi per 14.5 milioni di euro nel terzo trimestre del 2022 (250.7 milioni di euro da inizio anno), mentre i PIR ordinari hanno registrato deflussi netti per 330,3 milioni e un trend negativo anche in ottobre e novembre (portando il saldo complessivo da inizio 2022 a novembre a -559 milioni)”. Luigi De Bellis, co-head Ufficio Studi Equita, ritiene che i deflussi diano stati causati “dalle continue incertezze geopolitiche e volatilità sui mercati, che da un lato non hanno spinto verso nuove sottoscrizioni e dall’altro hanno portato a prese di profitto su strumenti che avevano registrato complessivamente buone performance su un orizzonte di 4-5 anni (FTSE Italia Small-cap +70% da inizio 2019 e +29% a 5Y)”.

“Secondo i dati di Assogestioni – precisa l’analista - gli AUM totali promossi dai 64 fondi PIR sono pari a 16.5 mld di euro alla fine terzo quarter 2022, mentre Equita stima oltre 2.4 mld di euro per i PIR alternativi. Per il periodo 2023-25 Equita stima circa +1.5 mld di euro di raccolta netta per i PIR ordinari (di cui ca. +500 mln nel 2023), mentre per i PIR alternativi si aspetta che possano raggiungere 10-15 mld di AUM in 5 anni (rispetto agli attuali 2.3 mld)”.

“La Legge di Bilancio 2023 - ricorda De Bellis - ha esteso gli incentivi per le IPO delle PMI con un credito di imposta (del 50% dei costi di consulenza sostenuti per l’IPO utilizzabile in compensazione a decorrere dal periodo d’imposta successivo alla quotazione) con un tetto a 500mila euro (da 200 mila del 2022) e un plafond di 10 mln nel 2023 e 10 mln nel 2024 (dai 5 mln del 2022 e 30 mln del 2019-21). Equita giudica positivamente la proroga degli incentivi per le IPO che hanno rappresentato un sostegno fondamentale negli ultimi anni per la raccolta di capitali e quotazioni di PMI italiane su Euronext Growth Milan (e.g. #26 nuove IPO su EGM nel 2022 con ca. 900 mln di raccolta vs. 844 mln del 2021); tuttavia, a detta della Sim milanese, sarebbe necessario rendere questa misura strutturale, in modo da garantire più visibilità alle aziende che intendono intraprendere un percorso di quotazione”.

Per quanto riguarda i PIR alternativi, De Bellis ritiene che “siano uno strumento fantastico per fornire un supporto di capitale alle PMI sia private che pubbliche. Riteniamo che un rinnovo, per il 2023, del meccanismo di credito d’imposta per coprire le perdite potenziali (o un diverso tipo di credito) sosterrebbe il successo dei PIR Alternativi anche in considerazione del fatto che: 1) gli investitori retail apprezzeranno, più che in passato, un incentivo dopo un 2022 molto negativo per i mercati; 2) le complessità operative per il collocamento di questi fondi sono state ormai risolte dalle rete bancarie e quindi la loro azione potrebbe essere molto più efficace rispetto agli anni precedenti”.

Secondo Equita “sarebbe inoltre auspicabile eliminare l’unicità dei PIR ordinari (come già accade per i PIR alternativi), ossia permettere a ciascuna persona fisica residente in Italia di essere titolare di più di un piano di risparmio a lungo termine in contemporanea”.

Condividi

Seguici sui social

Advisor è la prima piattaforma interamente dedicata alla consulenza patrimoniale e al risparmio gestito con oltre 38.000 professionisti già iscritti


Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione


  • Leggi articoli esclusivi
  • Salva le tue news preferite
  • Partecipa ad eventi esclusivi
  • Sfoglia i magazine in anteprima

Iscriviti oggi!

Hai già un profilo? Accedi qui

Cerchi qualcosa in particolare?