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6/8/2011 | Redazione Advisor
Finanza islamica? Fino a qualche tempo fa, sembrava un argomento per pochi addetti ai lavori, oggi è diventata sempre più di attualità. Sarà anche perché i numeri indicano un successo non da poco.
Nel 1996 l'attivo era di 137 miliardi di dollari americani, mentre nel 2010 ha raggiunto gli 895 miliardi di dollari. È le prospettive di crescita parlano di raggiungere un giro d'affari di cinque trilioni di dollari Usa entro il 2015.
Una crescita continua, quella della finanza islamica che si basa sulla Sharia (la legge islamica), e che continua la sua crescita nonostante, avvertono gli esperti, ci sia una carenza di figure professionali. «Alla rapida crescita delle istituzioni della finanza islamica non ha fatto seguito una sufficiente presenza di risorse umane», ha spiegato come spiega Halim Alamsyah, vice governatore della Banca dell'Indonesia. In particolare, ha detto, in Indonesia l'accelerazione dell'industria della finanza islamica deve fare i conti con una carenza di personale di oltre 30mila persone, ha detto Alamsyah nel corso di un seminario sulla finanza islamica.
«Credo che un simile fenomeno possa essere oservato in molti altri Paese», ha aggiunto, sottolineando la necessità di attuare programmi di scambio con i mercati più sviluppi per le banche islamiche. Tan Sri Zarinah Anwar, capo della commissione della sicurezza della Malaysia, ha confermato che la scarsità di professionisti esperti rappresenta una «area critica che necessita attenzione». Oltre a espandere i legami con il mondo dell'economia, ha proseguito, la finanza islamica ha necessità di creare una gamma diversificata di prodotti, sviluppare un database della finanza islamica e facilitare l'interpretazione della Sharia e la risoluzione delle dispute.
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