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Hedge fund: Esma chiude la porta ai gestori USA

7/31/2015

L'authority guidata da Steven Maijoor invita Commissione, Parlamento e Consiglio a prendere tempo prima di introdurre il passaporto europeo per i fondi alternativi off - shore


Il passaporto europeo per i prodotti non Ue rimane ancora un miraggio. Gli hedge funds di Usa, Hong Kong e Singapore non hanno ancora superato positivamente la valutazione europea. Commissione europea, Parlamento e Consiglio "possono considerare di aspettare" di decidere sull'estensione del "passaporto" Ue per facilitare l'operatività dei gestori alternativi degli Stati Uniti, di Hong Kong e di Singapore "fino a quando l'Esma non avrà dato parere favorevole su un numero sufficiente di paesi non Ue" ha spiegato l’authority europea dei mercati finanziari, che riunisce tutte le Consob della Ue, guidata da Steven Maijoor.

L'invito di Esma alle tre istituzioni europee a prendere tempo prima di introdurre il "passaporto" per i fondi di investimento alternativi non Ue dipende dalla necessità, ha indicato l'authority, "di evitare impatti avversi di mercato che potrebbe comportare una decisione di estendere il passaporto solo a pochi paesi non Ue". Per ora soltanto i fondi di investimento alternativi di Guernsey, Jersey e Svizzera possono beneficiare del cosiddetto “passaporto europeo” che permette di operare nei 28 Stati membri dell'Unione europea. Gli hedge funds di Hong Kong, Singapore e Stati Uniti, invece, non possono beneficiarne perché se potessero godere di tale facilitazione a operare nella Ue ne risulterebbe minacciata la concorrenza nel settore. La Svizzera dovrà però rimuovere alcuni ostacoli regolamentari per poter accedere al "passaporto" grazie al quale possono essere evitate procedure di autorizzazione in ogni Stato in cui i fondi alternativi vogliono operare.  

La regolamentazione degli hedge fund e dei fondi private equity, compresi quelli non Ue e off-shore, prevede l'introduzione del cosiddetto "passaporto europeo" , un documento che permette ai fondi che vengono denominati "alternativi" di operare e raccogliere capitali in Europa senza dover chiedere autorizzazioni in ogni Stato. Per ottenerlo, però, i gestori devono rispettare delle condizioni definite dall'Autorità europea di vigilanza dei mercati finanziari, che impongono trasparenza nella gestione dei rischi e nel livello di indebitamento dei fondi e che si applicano a società di gestione con asset superiori a cento milioni di euro o con una esposizione superiore a mezzo miliardo (secondo la Commissione europea rientra in queste categorie il 90% degli hedge funds che operano nel mercato).

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