Ha senso giocare ancora a testa o croce con quel grande, pericoloso prisma che è il mercato finanziario? Per gli investitori, non è certo l'anno giusto, tanto le entrate sono basse e la crisi ristagna ogni speranza di ritorno economico. I maghi degli hedge fund non incantano più i loro facoltosi clienti. 

Basti guardare a quel che succede dalle parti di Moore Capital Management, e al gestore di fondi speculativi (l'australiano di 42 anni, Greg Coffey) che per tre anni consecutivi non ha praticamente messo in tasca un soldo agli investitori di riferimento. Le mediocri imprese di Moore parlano chiaro: la situazione di crisi sul mercato è ampia.
 

 

Moore Capital Management non è sola nella marcia poco trionfale degli hedge fund manager. Spicca, in negativo, anche George Soros, il finanziere miliardario di origine ungherese, accusato in passato di aver messo KO la Banca d'Inghilterra e di aver provocato l'uscita della italiana dal sistema monetario europeo: lo scorso anno ha chiuso il suo hedge fund agli investitori esterni preferendogli affari di famiglia e tempo libero. Bridgewater, il cosiddetto macro fund manager più grande al mondo, sta perdendo quota e secondo alcuni investitori è al tappeto già da diverso tempo, riporta il Financial Times.
 

 

"Il collasso dell'economia, dove gli asset sono valutati in base alla capacità di resistere agli agguati dei tracolli finanziari, è divenuto ormai il prisma attraverso cui gli investitori filtrano il mercato e la capacità di azione in esso", ha dichiarato Louis Bacon, eco di Moore Capital Management. Un mercato segnato indelebilmente da bassi tassi di interesse, piatte curve di rendimento e volatilità in territorio fixed income. Che sia davvero arrivato il tempo di una rassegnata capitolazione dell'industria degli hedge fund?