Tempo di lettura: 1min
11/20/2023 | Daniele Barzaghi
I fondi comuni venduti alla clientela comune, i cosiddetti retail, hanno rendimenti annui più bassi dello 0,4% rispetto alle classi vendute agli investitori istituzionali. E sono anche più cari.
Lo certifica lo studio “The performance of household-held mutual funds: evidence from the euro area” di Banca d’Italia, firmato da Valerio Della Corte e Raffaele Santioni.
Il dato sulle commissioni di gestione più elevate applicate alle famiglie non stupisce però è sempre interessante comprenderne la portata, nell’ordine di 20-30 punti base.
Il differenziale di rendimento è invece di circa 40 punti base all’anno, come segnala lo studio che per la prima volta si è potuto avvalere di un campione molto ampio di fondi azionari detenuti dai risparmiatori retail, partendo da un database Bce che rivela quale tipologia di investitore nell’eurozona detenga ciascun fondo. Fino ad oggi la quota detenuta dalle famiglie era calcolata su via deduttiva mentre ora il campione garantisce una grande precisione.
A determinare le minori performance dei portafogli retail sarebbe anche una certa inerzia degli investitori: ovvero le famiglie tendono a investire sempre negli stessi fondi, con una inferiore reattività rispetto agli istituzionali.
Una sottolineatura che fa riflettere sulla catena del valore dell’industria del risparmio gestito, con i portafogli retail troppo lenti al cambiamento. E consulenti finanziari ancora troppo legati alla loro vecchia funzione di promotori.
Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione
Abbonati a prezzi speciali. La rivista sul tuo desk in ufficio
Scopri le categorie