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3/2/2023
In Europa la differenza tra le commissioni applicate dai fondi ESG e i loro omologhi “convenzionali” si è ridotta nell'ultimo anno.
L’analisi, riportata da Ignites Europe, è della società di ricerca Fitz Partners, che ha effettuato uno studio su 4mila classi di fondi azionari e obbligazionari (ESG e non) con asset complessivi superiori ai 500 miliardi di dollari.
Secondo la ricerca di Fitz, la media degli oneri correnti per i fondi obbligazionari ESG gestiti attivamente è stata dello 0,72% nel 2022, rispetto allo 0,75% dei “concorrenti” non ESG. Un divario di circa 3 basis point, quindi, in forte contrazione rispetto agli 8 bp medi rilevati nel 2021, quando le commissioni medie erano dello 0,68% per i fondi obbligazionari ESG attivi e dello 0,76% per quelli non ESG.
Per quanto riguarda il mondo azionario, il divario si è ridotto a 2 bp (1,02% per i fondi ESG contro l’1,04% di quelli convenzionali) dai 3 bp dell’anno precedente.
Secondo Hugues Gillibert, ad di Fitz Partners, le differenze tra gli OCF dei fondi ESG e non ESG sono simili a quelle osservate nella valutazione delle commissioni di gestione dei fondi e attribuisce il recente movimento sui prezzi ai fondi non-ESG che si riposizionano come offerte ESG senza però adeguare le commissioni.
"Da qualche anno a questa parte, i nuovi lanci di fondi etichettati ESG hanno pesato su questo universo e mantenuto le commissioni di gestione mediamente più basse rispetto a quelle dei fondi non ESG in Europa" ha detto Gillibert.
"Nell'ultimo anno, una buona parte dell'aumento dei fondi etichettati ESG è derivata dal riposizionamento di fondi esistenti come prodotti ESG.
A differenza dei nuovi fondi, questi nuovi fondi che si affacciano all'universo ESG non hanno modificato i loro prezzi durante la transizione verso l'ESG e hanno gonfiato i costi complessivi dei fondi ESG".
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