La prossima crisi sui mercati finanziari sarà innescata dalle obbligazioni. Parola di Michael Lipper (nella foto), fondatore e presidente di Lipper Advisory Services, che in un’intervista a Plus24 spiega che “la storia dimostra che le bolle più grandi provengono dalle asset class che si sono maggiormente espanse, in particolare con leva finanziaria”. Ecco perché secondo il numero uno di Lipper, che però ha specificato di non avere posizioni short su nessuno strumento, “l’ipotesi è che oggi siano i titoli governativi”. 

Lipper così si aggiugne alle Cassandre di Wall Street che lo scorso autunno hanno lanciato l’allarme bolla, assieme all'investitore miliardario Carl Icahn, che lo scorso novembre ha definito sopravvalutato il mercato azionario e obbligazionario, e al britannico Jeremy Grantham (fondatore della banca d’affari GMO) secondo cui i titoli diversi dalle blue chips saranno destinati a crescere ancora di un 20 - 30% nel prossimo biennio, prima di giungere all’inevitabile scoppio della bolla alimentata dalla Federal Reserve e dalle sue politiche monetarie ultra-espansive.

 

Quanto agli investitori obbligazionari che possono mantenere l'investimento fino a scadenza, secondo Lipper il reddito nominale "può essere attraente se non si tiene conto dell'inflazione", anche se, ad esempio, negli USA i bond societari con rating BAA (di media qualità, ndr) offrono un rendimento inferiore a quelli medi dei dividendi azionari (entrambi i flussi di reddito, ha spiegato Lipperr,sono affetti dal medesimo rischio di credito, "ma i dividendi possono aumentare, le cedole dei bond no", rendendo le obbligazioni più care delle azioni).