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7/17/2012 | Marcella Persola
Ancora in calo la fiducia degli investitori. A sancirlo è il consueto report di BofA Merrill Lynch che evidenzia come il declino delle aspettative sia riconducibile al ribasso della crescita dei profitti del segmento corporate. Infatti il 38% degli investitori coinvolti nella ricerca si aspetta che i profitti dei corporale peggioreranno nel corso dei prossimi 12 mesi, comparato con i 19% di un mese fa. Chi crede invece che il settore corporate possa generare ancora dei profitti è il 10% degli intervenuti alla ricerca, un dato che ha raggiunto il minimo da aprile 2009. Ma quali sono in concreto le aspettative del panel, soprattutto sul breve periodo? Secondo il 69% degli intervistati i profitti del settore saranno meno del 10% nel prossimo anno, e per il 58% i margini operativi scenderanno.
Sul fronte macro economico le prospettive, così come l'appetito per il rischio sembrano essere stabili, o comunque non hanno subito deterioramenti. Il 13% si aspetta che l'economia sarà debole nel prossimo anno, molti investitori inoltre si aspettano un ulteriore "quantitative leasing" ma pochi pensano sarà disponibile prima del terzo trimestre.
Riguardo all'Eurozona gli investitori si dividono a metà tra coloro che mostrano un calo di timori riguardo i paesi periferici, ma un aumento di preoccupazioni su paesi core dell'Europa. Ad esempio è aumentata proporzionalmente la percentuale di rispondenti che vede un rischio di shock negativo per l'economia della Germania, il 32 contro il 10% di giugno. Così come per la Francia. La maggior parte degli investitori (55%) crede che l'economia francese potrebbe rappresentare un problema, o un'amara sorpresa, per la fine dell'anno. I timori legati invece ai paesi come la Spagna e il Portogallo si sono attenuati, mentre sono in crescita le aspettative su delle buone notizie provenienti dall'Irlanda. Secondo gli investitori sono in aumento i rischi di recessione.
E nonostante le materie prime sono un asset class che ha perso popolarità questo mese, gli investitori vedono l'oro come di valore e il petrolio sottovalutato. La percentuale di coloro che considerano sopra-stimato l'oro è scesa dal 10 all'1%. Il 12% ritiene invece che il petrolio sia sotto-stimato.
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