La "Volcker rule", la legge prevista dalla riforma della finanza varata dal presidente Barack Obama nel luglio 2010, ha l'obiettivo di limitare l'eccessiva assunzione di rischio delle banche attraverso il trading per conto proprio o tramite i propri hedge fund.

 

Ora, però, si potrebbe arrivare ad impedire qualsiasi forma di "derivative trades" (scambio di derivati) con i fondi Ucits europei se la legge, sorta per evitare future crisi finanziarie scatenate da eccessive speculazioni, rimarrà invariata. Questo il commento di Simon Gleeson, partner di Clifford Chance, che ha dichiarato: "se la legge (che deve il nome al consulente (ex-promotore), l'ex presidente della Fed Paul Volcker; ndr.) non cambierà presto forma, lascerà da parte piano, piano gli altri istituti, producendo una situazione in cui la sola ed unica 'banca del futuro' ad avere il controllo sarà una banca americana che, a sua volta, non parlerà né negozierà con una banca europea". 

 

Gleeson ha poi spiegato che, all'attuale, la "Volker rule" non permette a nessun gruppo americano al mondo di commerciare e scambiare. Se il contesto dovesse restare tale, tra due anni il mercato del "derivative trading" giungerà al termine, incluso quello dei fondi Ucits. "E' una legge che infetta banche come JP Morgan, Citigroup, e qualunque azienda che abbia una società holding bancaria all'interno della propria struttura".

 

Intanto il dibattito si estende: scegliere se la "Volker rule" debba applicarsi solo alle banche americane oppure anche alle attività che gli istituti americani svolgono in tutto il mondo. "Anche se il rischio delle banche dev'essere limitato - aggiunge Gleeson - non ha senso porre restrizioni e confini. D'altronde, allo stato attuale, la legge può persino impedire di investire sugli hedge fund".