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Barclays aumenta l'esposizione ai dividendi europei

4/20/2012 | Redazione Advisor

Il team di gestori del fondo Barclays Capital Radar ha ampliato il panieri di 20 titoli europei con altri del mercato USA e del Vecchio Continente focalizzati su petrolio e bevande


Il team di Barclays, che si occupa della gestione del fondo Barclays Capital Radar Fund (fondo UCITS domiciliato in Irlanda), ha deciso di aumentare l’esposizione ai titoli europei di società a larga capitalizzazione (i cosiddetti "Aristocrat") che hanno distribuito ed aumentato i loro dividendi negli ultimi 10 anni. Lo scopo, si legge in una nota, è quello di incrementare l’esposizione verso le società con dividendi elevati e in fase di crescita. 


Il gestore del fondo, Jason Smith, ha spiegato che l'ufficio studi indipendente di Barclays, le cui considerazioni sono implementate dal team di gestione in modo discrezionale al fine di migliorare l’asset allocation tattica del fondo, ritiene che il potenziale di rialzo dei titoli azionari europei nel 2012 sarà complessivamente modesto. "A gennaio avevamo in portafoglio 20 titoli europei di natura difensiva e con un beta inferiore al beta di mercato. Permettono anche al fondo di incassare del reddito” ha dichiarato Smith. “Da allora abbiamo continuato a seguire con attenzione il tema dei dividendi e abbiamo aggiunto un paniere di titoli statunitensi e un altro paniere di titoli europei focalizzati sul settore del petrolio e delle bevande. Puntiamo sul fatto che si tratta di titoli difensivi e ad alto rendimento, e che l’attuale rendimento dello European Dividend Aristocrat ammonta al 4%”.


Il team, infatti, privilegia attualmente un posizionamento difensivo, sebbene il portafoglio Radar continui a mantenere un’esposizione mirata ad alcuni settori ciclici e sia ad oggi maggiormente  esposto ai tecnologici, agli energetici, ai settori dei sevizi sanitari e meno ai materiali, ai beni di consumo discrezionali e alle utility. “In generale, stiamo lontani dai settori ciclici che hanno maggiori probabilità di risentire dall’andamento volatile dei mercati azionari e sono più suscettibili alle turbative macroeconomiche” conclude Smith.

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