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Etf e volatilità: i replicanti sintetici battono i fisici

2/8/2013 | Roberto Abate

Stando a un recente studio di Morningstar i prodotti a replica sintetica generano tracking error inferiori rispetto ai prodotti più semplici. Il Ter non è il fattore più importante per la prestazione di un fondo


I replicanti sintetici generano tracking error inferiori rispetto a quelli fisici, anche se non è netta la relazione tra metodo di replica e tracking difference. E' quanto emerge in una recente ricerca di Morningstar che ha esaminato i fattori che influenzano il tracking error (volatilità degli scostamenti di rendimento del fondo rispetto al suo benchmark) e dil tracking difference (differenza in termini assoluti tra il rendimento del fondo e quello dell’indice di riferimento) e li ha applicati a una selezione di 65 Etf correlati a otto dei più noti indici azionari. 

 Con il 2013, infatti, gli emittenti di Etf e fondi indicizzati Ucits sono tenuti a fornire quanto richiesto dalla normativa europea, ossia le stime di questi due indicatori. Gli Etf nel complesso hanno ben contenuto il livello di tracking error. Stando allo studio, il Ter (total expense ratio) è il fattore più prevedibile e facilmente quantificabile che influenza le prestazioni rispetto al benchmark di un fondo.

Ma non è l’unico e, in molti casi, nemmeno il più importante. Tra gli altri fattori che possono influire sulle prestazioni di un fondo compaiono anche il reddito da prestito titoli, il cash drag (liquidità momentanea in portafoglio), la tassazione e i costi di ribilanciamento per gli Etf fisici e quelli dello swap per i sintetici. Contrariamente a ciò che si pensa, il rapporto tra tracking error e tracking difference non è molto forte. Per una corretta valutazione del replicante, inoltre, bisogna considerare anche la costruzione del prodotto e realtivo indice, il rischio di controparte, gli spread bid/ask, le commissioni di negoziazione e la tassazione.

Hortense Bioy, responsabile della ricerca sui fondi passivi di Morningstar in Europa, ha così commentato: “Sembra esserci molta confusione intorno al tracking error, circa il suo significato, i fattori chiave e il suo calcolo. Al di là della definizione fornita lo scorso anno dall’Esma nelle sue linee guida su Etf e altri fondi Ucits, noi crediamo che gli investitori trarrebbero beneficio da un approccio di calcolo del tracking error armonizzato. La ricerca condotta da Morningstar si prefigge proprio questo, con la speranza di aprire un dibattito.”

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