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Oro, addio al “porto sicuro”

6/27/2012

Il metallo giallo andrebbe ormai visto come un investimento puramente speculativo, che presenta tutte le caratteristiche di una vera e propria bolla. Secondo Clerical Medical...


Il metallo giallo andrebbe ormai visto come un investimento puramente speculativo, che presenta tutte le caratteristiche di una vera e propria bolla. Niente a che vedere con il “porto sicuro” cui siamo stati abituati a pensare fino a oggi.

E' questo il commento di Clerical Medical.


La corsa all’oro sembra non avere fine. Ma l’oro si può ancora ritenere tale?

 

In tempi come questi, caratterizzati da un’elevata volatilità e da una grande incertezza, puntare sul metallo giallo è talvolta ancora una mossa consigliabile, soprattutto in un’ottica di diversificazione del portafoglio. Tuttavia è necessaria qualche avvertenza, visto che il crollo della propensione al rischio ha spinto i cosiddetti safe-haven asset in un territorio pericoloso.

 

È senz’altro vero che negli ultimi anni questa particolare materia prima ha svolto bene il proprio compito; ma, come tutti gli investimenti che sembrano perfetti, anche in questo caso c’è il rischio che la bolla si sgonfi e le quotazioni crollino improvvisamente.
L’esperienza ci insegna che nel corso di una grande crisi, anche per una questione psicologica, gli investitori tendono a rifugiarsi in quelle asset class, che hanno offerto migliori rendimenti durante i precedenti periodi di forte turbolenza; e questo porta a una loro sopravalutazione, tanto da produrre una nuova bolla.

L’oro, nello specifico, ha continuato a registrare performance positive sia durante la crisi Lehman sia nel corso di quella attuale, legata al debito sovrano dell’Eurozona.  Rendimenti record, che hanno portato a un vero e proprio boom sul mercato retail.

 

L'evoluzione degli investitori

Solo dieci anni fa il metallo giallo era detenuto quasi esclusivamente dalle banche centrali; oggi, anche grazie a ritorni decorrelati rispetto ad altre asset class più tradizionali e all’avvento di strumenti finanziari di facile accesso come gli ETF, sono proprio gli investitori finali i più impegnati in questa nuova corsa all’oro. Un dato su tutti: almeno 2500 tonnellate metriche di oro fisico, per un valore di 130 miliardi di dollari, sono attualmente impegnate in ETF.

I fattori da bolla

E’ qui che si forma il terreno fertile per la creazione di una bolla. I rischi di un’esposizione ai prezzi correnti crescono anche in considerazione della volatilità implicita dell’oro, che oggi è ai livelli di quella azionaria. Un altro dato che fa riflettere è quello relativo al coefficiente di correlazione tra l’oro e l’indice S&P 500, che negli ultimi tre anni si è attestato su un valore molto alto, pari a 0,8: se dovessero verificarsi vendite in massa dell’oro (qualcosa di paragonabile ai recenti sell-off nel comparto azionario), ci troveremmo di fronte a perdite simili a quelle sofferte dai listini europei. E il crollo, anche questa volta, sarebbe davvero “spettacolare”.  

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