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5/3/2012 | marco.gementi
Una domanda che afflige sempre più spesso gli investitori riguarda la scelta della replica passiva o della gestione attiva?
La gestione attiva risente ancora della crisi del 2008 mentre la replica passiva sta guadagnando sempre più terreno, arrivando a coprire classi di attivo prima riservate solo agli investitori istituzionali, come, ad esempio, le materie prime.
Di seguito i commenti di Massimo Siano di ETF Securities e di Alessandro Aspesi, responsabile per l’Italia di Threadneedle Investments a Morningstar.it che spiegano quale delle due strategie è meglio preferire considerando le caratteristiche di Etc e fondi.
“La scelta tra strategia attiva e passiva dipende dal gestore del fondo attivo. Se il gestore è bravo e performa meglio allora il suo fondo merita di essere comprato rispetto all’Etc e viceversa. Comunque, fondi ed Etc sono complementari. Il mercato delle materie prime è relativamente nuovo rispetto a quello azionario ed obbligazionario ed è in forte crescita. Credo quindi che ci sia spazio per tutti” afferma Siano.
“La gestione passiva è utile per investimenti in mercati azionari ed obbligazionari particolarmente efficienti”, commenta Aspesi. “Quando si investe in classi di attivo inefficienti e soggette a vincoli di liquidità, come credito, debito emergente, azionario emergente, aziende di piccola capitalizzazione, la gestione attiva è invece molto importante per leggere lo scenario macro economico, i temi d’investimento e la successiva implementazione in titoli. Per le commodity la gestione attiva è ancora più importante poiché liquidità, scenari geopolitici e stagionalità sono elementi fondamentali” sottolinea Amici.
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