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Innovare il wealth management con la financial data science

6/29/2018 | Eugenio Montesano

I dati sono un asset di importanza strategica per le istituzioni finanziarie. Come trasformarlo in valore per il business? Il dibattito in un evento organizzato da GFT Italia e Virtual B.


Assicurazioni, banche e wealth manager si preparano a raccogliere la sfida della financial data science e ritengono che il fintech sia più un’opportunità che una minaccia.

 

È quanto è emerso dall’evento “Frontiere dell’intelligenza artificiale: innovare il wealth management con la financial data science”, organizzato da GFT Italia – parte del gruppo GFT, partner tecnologico globale per la trasformazione digitale del settore finanziario – e Virtual B, azienda fintech proprietaria della piattaforma di investimento digitale AdviseOnly.

 

Tra i relatori è intervenuto in qualità di keynote speaker Roberto Ferrari, advisor digital banking & fintech con una panoramica intitolata “Dati, l’oro delle istituzioni finanziarie” che ha introdotto la sessione di lavori. “Nel mondo finanziario, per esempio negli USA, è stato archiviato un milione di terabyte di dati e lo scenario in Europa si presenta come bifronte: la data economy sta crescendo con una previsione al 2020 di 739 miliardi di euro (rispetto ai 272 miliardi di euro del 2015). Allo stesso tempo, le istituzioni finanziarie perdono di profittabilità”, ha illustrato Ferrari.

 

La sfida, quindi, è: come sfruttare questo immenso capitale di informazioni e trasformarlo in valore per il business?”. Secondo Ferrari “avrà successo chi sarà in grado di ottenere valore anche dai dati destrutturati, come quelli comportamentali o derivanti da fonti eterogenee, e di generare di conseguenza revenue. La scelta degli algoritmi performanti è cruciale, ma non è sufficiente: è necessario un cambio di paradigma aziendale, perché quando parliamo di digital transformation parliamo inevitabilmente di business transformation”. 

 

Investire in machine learning e artificial intelligence (AI)

Ma cosa ne pensano gli addetti ai lavori? Nel corso dell’evento, GFT e Virtual B hanno proposto ai partecipanti un breve questionario. Dalle risposte pervenute, è emerso che l’idea di sfruttare intensivamente i dati, al punto da diventare un’azienda data-driven, è ormai pervasiva ed evidenzia un trend netto dell’industria anche in Italia.

 

Alla domanda “Da 1 a 10 quanto ritieni importante un approccio data-driven all’interno della tua organizzazione?”, il voto più basso è stato il 7, mentre la maggioranza delle risposte è confluita sull’8 (33,3%).

 

Alla domanda “Dove pensi si concentreranno gli investimenti dell’industria assicurativa/bancaria/finanziaria nei prossimi 5 anni?”, il 40,4% delle risposte si è indirizzato su Machine Learning e Intelligenza Artificiale, staccando di quasi 20 punti percentuali la Cyber Security.

 

Dunque, in termini di tipi di investimento in tecnologie, machine learning e AI fanno la parte del leone. Quanto poi alle aree aziendali che secondo le attese beneficeranno di questi investimenti, spiccano quelle più vicine al cliente, legate al marketing, all’attività commerciale e alla relazione.

 

Abbastanza sorprendentemente, è opinione diffusa tra i partecipanti alla survey che pochi investimenti in tecnologie innovative si orienteranno verso l’area compliance, investita dalla tempesta normativa.

 

Nel corso dell’evento è stata presentata anche la piattaforma SideKYC per la profilazione del cliente basata su algoritmi di machine learning integrati con i principi della finanza comportamentale con l’obiettivo di potenziare il processo di wealth management con l’ausilio dell’intelligenza artificiale.

 

SideKYC raccoglie, analizza ed elabora i dati del cliente e crea quindi un profilo completo dal punto di vista comportamentale, cognitivo ed emozionale aggregando le informazioni disponibili presso l’istituzione finanziaria o la compagnia assicurativa (di natura transazionale, socio-demografica, regolamentare e digitale) con quelle provenienti da fonti esterne.

 

“Dalle difficoltà e dai vincoli possono nascere opportunità. E questo vale anche per le istituzioni finanziarie, strette tra digitalizzazione e regulation. Dopotutto, chi meglio delle banche sa quanti soldi abbiamo, come e quando li spendiamo, in che cosa investiamo? Queste informazioni, con gli strumenti giusti, possono essere trasformate in una enorme opportunità per il settore”, ha spiegato Serena Torielli, Presidente e cofounder Virtual B.

 

“La data science non è una novità: gli strumenti statistici esistevano anche in passato, ma il mondo non era pronto. Oggi le condizioni sono cambiate: è aumentata la disponibilità dei dati, è sceso il costo della tecnologia e la potenza di calcolo dei computer è cresciuta a dismisura”.

 

In questo contesto, si è evidenziato durante l’evento, le istituzioni finanziarie sono ben posizionate: godono della fiducia del cliente – almeno per quanto riguarda la sicurezza dei dati – e siedono su una mole enorme di informazioni, che però non utilizzano. “Per questo sono convinta”, ha concluso Torielli, “che la data science possa essere la pietra filosofale del wealth management”.

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