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Fondi di private equity e banche, faro della BCE

6/11/2024 | Redazione ADVISOR

Secondo le indiscrezioni rivelate da Bloomberg, la Vigilanza guidata da Claudia Buch ha avviato una valutazione approfondita su una dozzina di grandi istituti di credito


La Banca Centrale Europea vuole vederci chiaro sul rapporto tra banche e fondi di private equity. Francoforte ha tagliato giovedì 6 i tassi d’ interesse per la prima volta dal 2019. L’Europa pero viene dalla stretta monetaria più rapida e ripida dalla nascita dell’euro, che ha lasciato i suoi segni sulle imprese del Vecchio Continente. 

In alcuni casi questi segnali non sono ancora evidenti cosi, in un contesto di crescenti default, la Bce vuole vederci chiaro sui prestiti concessi dalle banche europee alle società molto indebitate, che spesso sono di proprietà di fondi di private equity. Secondo le indiscrezioni rivelate da Bloomberg e riportate da MF Milano-Finanza, la Vigilanza guidata da Claudia Buch ha avviato una, valutazione “approfondita” su una dozzina di grandi istituti di credito. 

L'obiettivo? Accertarsi che le banche europee, nel prestare denaro ai private equity, abbiano stimato correttamente la probabilità di default delle singole prede. Nel dettaglio la Bce ha messo sotto la lente le operazioni a leva (leveraged buyout), quelle cioè in cui i fondi di private equity ottengono i prestiti dando in garanzia quote delle società acquisite con il denaro ricevuto. Nello schema, il finanziamento viene ripagato con la cassa delle aziende target. In caso contrario, se ci sono ritardi nel piano di rientro, le banche possono escutere il pegno sulle azioni dell'impresa in questione e diventarne proprietarie. Il meccanismo si inceppa se la società oggetto di leveraged buyout fallisce, perché il fondo non pub più utilizzare la cassa per ripagare il prestito né le banche possono soddisfarsi rivendendo l'azienda finita oramai in bancarotta. 

La Bce ha attivato i suoi poteri di monitoraggio proprio per evitare eventi simili, che potrebbero non essere isolati in un momento in cui la crescita economica dell'Europa langue e i tassi d' interesse restano comunque alti. Per questo motivo la Vigilanza starebbe valutando una serie contromisure, a partire dall'aumento degli accantonamenti per coprirne le potenziali perdite sui prestiti. In alternativa la Bce potrebbe chiedere alle banche di incrementare il capitale. In entrambi i casi si potrebbe verificare un'erosione della redditività, con possibili diminuzioni delle somme destinate agli azionisti sotto forma di dividendi. 

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