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11/8/2017 | Gianluca Berghella - Presidente e Ceo di Armundia Group
Il prossimo 3 gennaio, come è noto, entrerà in vigore MiFID II, la nuova disciplina che regola i servizi finanziari europei. Come spesso accade di fronte a un cambiamento imposto a livello normativo, molti lo vivono solo come un gravoso obbligo a cui doversi uniformare.
Tuttavia, guardando oltre alla mera necessità di compliance, la MiFID II può aprire la strada a importanti opportunità per banche e imprese finanziarie. Bisogna, però, saperle cogliere.
Improntata a criteri di trasparenza e di tutela della clientela, la disciplina impone che i prodotti offerti debbano essere rispondenti alle aspettative del cliente e, nel contempo, realmente commisurati alle sue possibilità e al grado di preparazione finanziaria.
Il punto cruciale è che gli adeguamenti procedurali introdotti a tal fine non sono risolvibili in un ambito di esclusivo back-office. Essi, al contrario, andranno a impattare direttamente sul rapporto della banca con il cliente: infatti è direttamente da lui, presente fisicamente, che dovranno essere raccolte, tramite appositi processi di Know Your Customer, tutte le informazioni fondamentali per la sua “segmentazione”, dal livello di conoscenza dei prodotti alla sua propensione al rischio, dalla disponibilità economica agli obiettivi personali, e così via.
Tale accurata profilazione, gravosa in questa sua prima fase, può però offrire un’opportunità evidente, ossia consentire alla banca – anche una volta espletata la “pura finalità” MiFID II – di costruire con i suoi clienti relazioni dirette e fiduciarie. Acquisire una profonda conoscenza della clientela significa, infatti, poter proporre prodotti e servizi su misura pienamente rispondenti alle diverse aspettative.
Non è una risultanza di poco conto, se consideriamo l’attuale livello di maturità ed evoluzione della clientela, sempre più attenta a confrontare e valutare i servizi che riceve o che gli sono offerti dai vari interlocutori e a scegliere con consapevolezza chi premiare con la propria fiducia.
Per cogliere questa opportunità occorre affidarsi a una soluzione tecnologica che permetta di gestire l’intera esperienza di advisory session in modo intelligente. In questo senso, l’errore da evitare è affrontare la compliance alla MiFID II adattando allo scopo strumenti e dotazioni tecnologiche già esistenti, con il rischio di andare incontro a complessità, inefficienze e costi improduttivi.
La tecnologia digitale oggi rende disponibili strumenti che permettono di cogliere i vantaggi appena descritti concretizzando reali opportunità commerciali. Soluzioni all’avanguardia, come quelle che noi di Armundia Group progettiamo e sviluppiamo, consentono la gestione dell’intera procedura attraverso un sistema centralizzato basato su Microservices che semplifica e ottimizza l’erogazione dei momenti chiave quali il profiling, il reporting e il monitoraggio in un'unica esperienza armonica, fruibile nei differenti modelli di business grazie a un front-end “adattivo”. Il risultato è la costruzione di portafogli di attività che ottimizzano l’investimento dei clienti, un servizio in conformità con la normativa, realmente potenziato e integrato che valorizza il lavoro dell’Advisor. A tutto beneficio dello sviluppo commerciale e competitivo.
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