Tra gli Hnwi e i clienti private, i giovani sono molto più sensibili dei loro genitori a progetti di finanza sostenibile, filantropia e iniziative benefiche in generale. Infatti, per i millennial che dispongono di patrimoni consistenti i progetti di sostenibilità sociale e ambientale, le cosiddette asset class alternative, non sono investimenti come tutti gli altri, volti cioè al mero profitto, ma l’occasione per dare un contributo concreto alle cause in cui credono.

La conferma arriva da un report su scala globale della Charities Aid Foundation (Caf), che promuove iniziative benefiche e fornisce servizi finanziari a organizzazioni no profit: secondo questo studio, il 71% dei giovani Hnwi giudica le attività filantropiche di grande influenza nelle loro decisioni per gli investimenti a fronte di un 63% di individui over 45. In Italia, l’indagine sulla Clientela private condotta da GfK per Aipb attesta quanto i giovani clienti private siano più sensibili dei loro genitori quando si parla di iniziative benefiche: i giovani che usufruiscono dei servizi di consulenza su progetti filantropici sono, infatti, il 23% (e il 35% li ritiene importanti), contro il 14% dei clienti con più di 64 anni.

È anche vero, tuttavia, che nel nostro Paese la strada degli investimenti in iniziative benefiche non è così battuta come può esserlo in altri stati, come gli Stati Uniti, dove esistono consulenti finanziari con competenze specifiche per affiancare clienti che vogliono orientare i propri investimenti in questa direzione meno ‘convenzionale’. Questo significa, però, che le opportunità sono ampie, fronte consulenza. Fronte investitori, invece, sicuramente è un dato molto positivo sapere che gli investitori Hnwi delle nuove generazioni sentano il dovere e la responsabilità di destinare parte della loro ricchezza per impegnarsi nel sociale, ponendo in questo modo le basi per una cultura di beneficienza il più possibile a lungo termine.