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3/13/2017 | Stefania Pescarmona (*)
Assistenza nella tutela dell’integrità del patrimonio, in tutte le sue componenti (impresa, valori mobiliari, immobili, beni ad alto valore artistico e antiquariale), sia nelle fasi statiche di possesso e conservazione, sia in quelle dinamiche di cessione, cambiamento e passaggio generazionale. Questa la richiesta prioritaria che i clienti rivolgono alle fiduciarie, società istituite con la legge n. 1966 del 1939, che si occupano – sotto forma di impresa - dell’amministrazione di beni per conto di terzi, dell’organizzazione di aziende e della rappresentanza dei portatori di azioni e obbligazioni. A parlare è Michele Cattaneo (nella foto), presidente di Assofiduciaria, l’unica Associazione di categoria del settore fiduciario che raggruppa 164 realtà, rappresentando il 60% delle società autorizzate e il 95% del mercato.
Ciò che caratterizza le società fiduciarie è lo svolgimento in forma di impresa dell’attività di amministrazione di beni mediante un contratto fiduciario con il cliente. Uno degli elementi distintivi è rappresentato dal fatto che queste realtà - posto che non possiedono prodotti finanziari - non vendono nulla se non la propria capacità di servizio. Sotto questo profilo hanno invece un compito preciso: amministrare per conto dei clienti; ciò significa sviluppare con diligenza attività demandate, le quali consistono spesso in attività di mediazione fra l’offerta bancaria e le richieste della clientela. Queste non si fermano, peraltro, all’assistenza nella tutela dell’integrità del patrimonio.
“Riguardano anche i servizi connessi al rafforzamento di accordi societari (patti parasociali), aziendali (escrow agreements) o creditizi (garanzie mobiliari) - spiega Cattaneo -. L’attività di consulenza si sviluppa attraverso l’individuazione e la condivisione con la clientela delle operatività idonee e attraverso la realizzazione delle stesse, adottando un’ampia gamma di strumenti di fiducia, che vanno dal mandato al contratto di fiducia, passando dall’amministrazione di fondi speciali costituiti con patrimoni destinati per arrivare fino al trust”.
Il presidente di Assofiduciaria ricorda, poi, come attualmente le fiduciarie occupino circa 900 dipendenti, vantino rapporti con 6.000 professionisti e abbiano visto balzare i valori amministrati fiduciariamente fino a quota 107 miliardi di euro: mentre, infatti, nel periodo 2003/2008 la massa fiduciaria oscillava tra i 55 e i 65 miliardi di euro, dal 2008 al 2009 (per effetto dello scudo fiscale ter) la massa è aumentata del 32% raggiungendo i 95 miliardi di euro; dal 2009 al 2014 è cresciuta ultermente dell’11%, per arrivare ai livelli attuali. Ora tutto il comparto è in fermento in vista della nuova edizione della voluntary disclosure contenuta nella Legge di Bilancio 2017, che è stata appena varata dal governo [...] In questo contesto, che ruolo assume il fattore riservatezza? “La costante crescita nel tempo delle masse amministrate dalle società fiduciarie, vista in relazione alle sempre crescenti esigenze di trasparenza imposte dall’ordinamento nazionale e internazionale, ha finalmente attestato concretamente come l’esigenza della clientela non sia la mera riservatezza - conclude Cattaneo - bensì la costruzione di un ampio rapporto di fiducia con soggetti affidabili, capaci di aiutare l’individuo o l’azienda a orientarsi in ambiti finanziari e operativi sempre più complessi".
(*) Estratto dell'articolo pubblicato su AdivsorPrivate N5 di Dicembre 2016/ Febbraio 2017
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