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Sui robo-advisor, industria e clientela sono agli antipodi

12/14/2016 | Stefania Pescarmona

Secondo AIPB, solo il 12,5% dei clienti private crede che i robo-advisor in futuro saranno uno strumento di grande successo e appena il 3% li reputa utili per clienti come loro


Negli ultimi tempi si sta parlando sempre di più di robo-advisor e delle piattaforme Fintech e di come rivoluzioneranno il modo di investire. Molti operatori stanno, infatti, già mettendo a punto le nuove dotazioni innovative da sottoporre ai clienti.

Ma l'industria del private banking e i clienti sono agli antipodi su questo tema. Quando, infatti, si domanda ai clienti cosa pensano loro dei robo-advisor, questi non sembrano essere così entusiasti della rivoluzione tecnologica, anzi qualcuno si dimostra piuttosto diffidente. Secondo i dati forniti dall’Ufficio studi AIPB, solo il 19% dei clienti private reputa, infatti, che i robo-advisor siano molto comodi perché accessibili ovunque da remoto e solo il 12,5% crede che in futuro saranno uno strumento di grande successo. Inoltre, solamente il 3% degli intervistati, una percentuale davvero esigua, pensa che i robo-advisor siano utili in modo particolare per clienti come loro.

È pur vero che, finché l’utilizzo di questi supporti non sarà diffuso, sarà difficile per i clienti farsi un’idea chiara sugli effetti della tecnologia nella loro attività di investitori. Il punto è che cambiamento fa sempre paura, ma non bisogna farsi sopraffare troppo da questo sentimento. “Riteniamo che il processo di innovazione, a questo punto della storia del nostro settore, non possa più subire ulteriori rallentamenti, ma entrare a pieno regime e in modo capillare a tutti i livelli dell’industria”, spiega AIPB, che crede che la tecnologia non potrà essere un ostacolo, ma, anzi, un valido supporto volto a migliorare e semplificare il lavoro della banca, del banker e del cliente.

È necessario prendere atto che quello dell’ammodernamento innovativo è un processo inarrestabile. “Bisogna perciò dimostrarsi più elastici nei confronti di questa trasformazione, cosicché potremo assistere a quel rinnovamento tanto atteso da chi vorrebbe la nostra industria più dinamica”, conclude AIPB.

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