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Pictet, ancora rimbalzi dei mercati, ma deboli e di breve durata

3/11/2016 | Stefania Pescarmona

In assenza di cambiamenti nei fondamentali, il rally sostenuto è ancora lontano. Donay: “L'introduzione di tassi negativi ha esasperato la volatilità dei mercati”


“Tassi negativi, conseguenze negative”. Basta il titolo per riassumere tutto il pensiero di Christophe Donay, responsabile dell’asset allocation di Pictet Wealth Management, che ritiene che l'introduzione dei tassi negativi abbia esasperato la volatilità dei mercati finanziari. E il riferimento va alle mosse delle cinque banche centrali (Eurozona, Giappone, Danimarca, Svizzera e Svezia) le cui intenzioni erano lodevoli, ma i risvolti invece no. Secondo Donay, “le politiche monetarie delle banche centrali sembrano divenire meno efficaci e persino produrre effetti opposti a quelli desiderati”. Tutto è da collegarsi all'impatto negativo della variazione dei tassi di interesse sulla redditività del settore bancario, perché “prestare denaro a breve termine all'economia non è più redditizio” e questo fattore viene a creare dei rischi per il ciclo creditizio.

 

La visione di Donay non è però completamente negativa. Secondo il responsabile dell’asset allocation di Pictet Wealth Management, i segnali che i fondamentali economici stiano volgendo al peggio “sono scarsi”.


Cosa serve quindi per riportare fiducia ed equilibrio sui mercati e dare il via a un rally sostenuto?

“Una qualche evidenza di almeno uno dei tre ampi cambiamenti”, risponde l'esperto che cita “una inversione delle politiche monetarie da parte delle banche centrali delle economie sviluppate”, “un ritorno duraturo del prezzo del petrolio intorno a 45/50 dollari per barile”, o “un nuovo forte mix di politica economica, che includa una componente fiscale, per dissipare le pressioni deflazionistiche nel mondo sviluppato”. Considerando che il cambiamento di politica monetaria della Bce è sempre più improbabile a breve termine (basti vedere le mosse di ieri di Mario Draghi), si dovrà guardare agli altri due fattori, anche se - entrambi – sono cambiamenti che potrebbero richiedere diversi mesi. Ecco allora che la strada sembra segnata: sì a possibili rimbalzi dei mercati azionari, ma probabilmente deboli e di breve durata.

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