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2/29/2024 | Daniele Barzaghi
“Noi non vendiamo nulla, noi non facciamo advice. Noi compriamo, insieme ad altri operatori, quote di minoranza (intorno al 20%) di piccole o medie imprese (fino a 200 milioni di fatturato), con l’unico obiettivo di creare valore per le famiglie proprietarie, il management e gli stakeholder; non puntando come altri modelli a un percorso di quotazione. Siamo un capitale non invadente ma nemmeno un capitale silente: non vogliamo impattare sulla governance delle aziende ma puntiamo ad aiutarle ad accelerare la crescita”.
Con queste parole l’amministratore delegato Lorenzo Langella (in foto sopra) ha ufficializzato il lancio di BNP Paribas BNL Equity Investments Spa, divisione italiana specializzata in private equity del primo gruppo bancario europeo.
“La banca è una banca prudente, con approccio pragmatico. Parlare di investimento in equity per una banca commerciale è sempre complicato: le filiere creditizie non sono abituate a trattare il tema, tendendo a essere iper-selettive, facendo due-tre investimenti all’anno e condannando il settore all’irrilevanza” ha offerto il quadro di partenza Vittorio Ogliengo (in foto sotto), presidente e guida del comitato investimenti della nuova divisione. “Nel nostro caso è diverso. Quello che adesso presentiamo in Italia è un percorso già avviato anni fa in Francia, Belgio – i due maggiori mercati del gruppo -, in Polonia, e che ora nasce anche nel nostro Paese – terzo mercato per volumi di BNP – dove era l’ultimo tassello di offerta che ci mancava. Anche se il private equity pesa sui bilanci della banca, siamo solidi e attrezzati per il lungo periodo. E infatti non usiamo i soldi dei clienti ma quelli di BNP”.
“Questo progetto nasce dal livello di integrazione raggiunto tra la banca commerciale e l’investment banking. E abbiamo un potenziale enorme perché conosciamo più di 10.000 clienti” riprende la parola Langella, illustrando i primi otto investimenti già effettuati (Conformgest, Assist Digital, Trime, Sonica, Desa nota coi marchi Chanteclair o Quasar, Fermogas e un’ultima impresa ancora non svelata) dal team di cinque professionisti della divisione, con 95 milioni di euro allocati (50 milioni già investiti; ticket medio da 5-10 milioni) e progetti di crescita al ritmo di circa 80 milioni all’anno, per un obiettivo da 500 milioni nel quinquennio.
L’interlocuzione con la divisione di private banking e wealth management guidata in Italia da Luca Bonansea resta – come con tutti gli altri dipartimenti –, ma non è strutturale o concentrata al reclutamento di nuova clientela.
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