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Venture capital, operazioni e investimenti in calo nel 2023

2/20/2024 | Redazione ADVISOR

Questo è quanto emerge nel rapporto di ricerca 2023 del Venture Capital Monitor – VeM sulle operazioni nel mercato italiano


È stato presentato oggi il Rapporto di ricerca 2023 del Venture Capital Monitor – VeM sulle operazioni di venture capital nel mercato italiano. Lo studio è stato realizzato dall’Osservatorio Venture Capital Monitor – VeM attivo presso Liuc Business School e realizzato con AIFI grazie al contributo di Intesa Sanpaolo Innovation Center ed E. Morace & Co. Studio legale e al supporto istituzionale di CDP Venture Capital SGR e IBAN, con l’obiettivo di sviluppare un monitoraggio permanente sull’attività di early stage istituzionale svolta nel nostro Paese. 

Operazioni

Il 2023 si è chiuso con 330 operazioni (initial e follow on); erano 370 lo scorso anno (-11%). Se si guarda solo ai nuovi investimenti, initial, questi sono stati 273 rispetto ai 310 del 2022. Per quanto riguarda l’ammontare investito sia da operatori domestici che esteri in startup italiane, il valore si attesta quasi 1,1 miliardi di euro distribuiti su 302 round, in diminuzione rispetto a poco meno di 1,9 miliardi per 349 operazioni del 2022. Stabile, invece, l’ammontare investito in realtà estere fondate da imprenditori italiani, circa 300 milioni di euro distribuiti su 28 operazioni (21 nel 2022). Sommando queste due componenti, il totale complessivo si attesta a 1,4 miliardi di euro (erano quasi 2,2 miliardi nel 2022). 

“In un anno seppur difficile, come lo è stato il 2023, sono state realizzate complessivamente oltre 300 operazioni, segno che il mercato italiano del venture capital sta consolidando il nuovo livello di sviluppo raggiunto, nell'auspicio di colmare il gap rispetto ai mercati più evoluti”. Dichiara Innocenzo Cipolletta, presidente AIFI – “Nonostante la mancanza di grandi operazioni, il numero elevato di quelle realizzate è il segnale di un terreno fertile su cui poter continuare a investire per puntare a nuovi campioni dell’innovazione”. 

“Negli ultimi cinque anni sono stati lanciati oltre 40 fondi domestici che hanno accelerato la crescita dell’innovazione nel nostro Paese”. Afferma Anna Gervasoni, prorettrice Liuc-Università Cattaneo, “Questo dimostra l’importanza della presenza di operatori dotati di significativi capitali e per questo è necessario sollecitare i grandi investitori istituzionali a credere in questo settore. 

“Dopo una lunga serie storica di crescita anno su anno, il mercato italiano del VC si è allineato al trend dei mercati internazionali che ha visto una contrazione emersa già a fine 2022 – spiega Luca Pagetti, Head of Finanziamento Crescita Startup di Intesa Sanpaolo Innovation Center – “Le cause possono essere molteplici a partire dalla minore presenza di mega deal rispetto al 2022 e dall’andamento dei tassi di interesse. Il mantenimento del valore complessivo superiore al miliardo di euro, l’incremento del numero delle exit e degli investimenti nel Technology Transfer sono i segnali positivi emersi dal Report, come il rimbalzo dell’indice Vem-i nell’ultimo trimestre. Il nostro Gruppo, nel piano industriale in corso, conferma attraverso Intesa Sanpaolo Innovation Center, il proprio sostegno alla crescita delle startup anche con iniziative di ecosistema e a supporto dei territori. La costituzione nel 2022 del fondo SEI Sviluppo Ecosistemi di Innovazione gestito da Neva SGR, società controllata al 100% da Intesa Sanpaolo Innovation Center, è un ulteriore conferma del nostro impegno”.

“Consideriamo il 2023 come un anno di consolidamento del mercato dell’angel investing in Italia, soprattutto con riferimento ai dati fondamentali. Le operazioni svolte unicamente da Business Angels, non includendo le operazioni effettuate attraverso campagne di equity crowdfunding, sono state 75 (78 nel 2022) per un totale di 39,3 milioni di euro investiti; gli investimenti in syndication con Venture Capital sono pari a 117 (153 nel 2022)”. ha commentato Paolo Anselmo, presidente di IBAN. “Complessivamente il totale delle operazioni che vedono la presenza di BA è pari a 192, su un totale di deal complessivi monitorati di 405; pertanto, si può evidenziare che i BA sono attivamente presenti nel 47% delle operazioni. Una delle tendenze più interessanti monitorate riguarda l’aumento della componente femminile tra i Business Angels che nel 2023 si attesta al 22%, confermando il distacco del 2022 (27%) dai valori degli anni precedenti (14% nel 2021 e 11% nel 2020 e 2019)”. 

“Il mercato è da tempo su un plateau ben più elevato della media storica. Uno degli effetti di questo successo il numero delle startup pone il problema di come sostituire, nella fase di sviluppo successivo il venture capitalist con un investitore, non necessariamente fondo, che possa fare da ponte fino a una nuova dimensione, essendo disponibile a rimanere investito per alcuni anni”, commenta Pierluigi De Biasi, partner dello studio legale E. Morace & Co. Focus su Technology Transfer, Corporate venture capital e filiera dell’early stage Il totale degli investimenti in TT (Technology Transfer) 2023 è stato pari a 235 milioni di euro su 68 operazioni. Questi risultati sono arrivati grazie anche all'impatto dei fondi della piattaforma ITAtech che a oggi hanno raccolto complessivamente oltre 300 milioni di euro realizzando, dal 2018, 168 investimenti per un ammontare totale pari a oltre 360 milioni di euro (compresi i co-investitori). 

Con riferimento all'attività di corporate venture capital, nel 2023 si conferma l’evidenza recente che vede una notevole presenza di imprese nei round di venture capital. In particolare, è stata registrata la partecipazione delle corporate negli investimenti a supporto delle realtà imprenditoriali nascenti o nella fase di primo sviluppo in circa il 22% dei round complessivi, poco meno rispetto al 2022. Relativamente alle sole startup con sede in Italia, venture capital e corporate venture capital hanno investito 559 milioni di euro su 200 round, le attività di sindacato tra venture capital, corporate venture capital e business angel hanno fatto registrare investimenti pari a 526 milioni di euro su 102 operazioni e i soli business angel hanno investito 34 milioni in 71 round. Il totale di queste attività porta la filiera dell’early stage in Italia ad aver investito oltre 1,1 miliardi di euro su 373 round. Aggiungendo anche gli investimenti in startup estere con founder italiani, il totale complessivo si attesta a oltre 1,4 miliardi di euro su 405 round. 

Distribuzione geografica e settoriale 

Come per gli anni passati, a livello di investimenti initial, la Lombardia è la Regione in cui si concentra il maggior numero di società target, 113, coprendo il 46% del mercato (era il 44% nel 2022, con 124 società). Seguono Lazio (13%) e Piemonte (8%). Dal punto di vista settoriale, l’Ict monopolizza l’interesse degli investitori di venture capital, con una quota del 38% delle società target. L’Ict è costituito per il 32% da operazioni su startup nel comparto dei digital consumer services, e per il 68% su società con focus su enterprise technologies. A seguire, il 12% delle target oggetto di investimenti initial è stato diretto verso l’Healthcare, il 9% verso il comparto degli altri servizi, trainati dall’edutech; Fintech e Energia e Ambiente, invece, attraggono il 7% degli investimenti.

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