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7/5/2012 | Massimo Morici
Più trasparenza e rigore nella vendita di prodotti complessi, i cosiddetti packaged retail investment products (PRIPs). Lo chiedono anche le associazioni europee degli advisor, intermediari, agenti di assicurazione, gestori e consulenti che hanno accolto positivamente le proposte formulate dalla Commissione Ue nei giorni scorsi di nuove norme per alzare la linea della trasparenza obbligatoria nella vendita di prodotti finanziari e dei consigli ai clienti e di una conseguente revisione della direttiva sulla mediazione finanziaria e della Ucits.
In una nota congiunta, firmata da CFA Institute, EuroFinuse, FECIF, EFAMA e AILO, chiedono alle istituzioni europee di assicurare che la nuova legislazione abbia come obiettivo "l’effettiva protezione degli investitori retail". Condividendo l’impianto generale della nuova normativa sui PRIPs, chiedono tuttavia che sia estesa "al più largo numero possibile di prodotti, altrimenti rischierebbe di fallire l’obiettivo di una comparazione facilitata per un investitore retail tra un prodotto e un altro".
Uno dei punti centrali, si legge nella nota, sarà quella del formato e dei contenuti che dovranno essere inclusi nel documento informativo e che dovrà essere, scrivono, "il più standardizzato possibile per permettere all’investitore di comparare i rendimenti attesi e i costi dei diversi prodotti del risparmio". Ecco perché CFA Institute, con il supporto di EuroFinuse e FECIF, guida un progetto di ricerca sulla standardizzazione dei costi nel KIID per i PRIPs, che sarà pubblicato il prossimo autunno.
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