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3/16/2018
Le famiglie italiane sono entrate in un "mood" più positivo rispetto al recente passato e crescono sia la capacità di risparmio sia la propensione ai consumi. La progettualità, soprattutto quella che pone al centro le esigenze famigliari, inizia ad avere un respiro di medio-lungo periodo, mentre all’apertura del 2018 si registra un positivo ampliamento del bacino di famiglie che detengono investimenti, registrando un ingresso di circa 255.000 nuclei familiari. Queste sono alcune delle principali evidenze dell’indagine "Multifinanziaria Retail Market – 1° wave 2018" realizzata come di consueto da GfK, a partire dal 1987 con cadenza semestrale, su un campione di 2.500 nuclei rappresentativi di oltre 21 milioni di famiglie con decisore finanziario in età compresa tra i 18 e i 74 anni.
Dalla ricerca emerge un 2017 molto positivo per il risparmio gestito, un anno che ha battuto ogni record storico in termini di raccolta. "Questo positivo successo è da ascriversi anche all’efficace lavoro di pressing commerciale che le reti di distribuzione hanno effettuato nei mesi scorsi, riconosciuto anche dagli stessi clienti che restituiscono il ricordo di proposte commerciali in crescita nel periodo" spiega GfK Eurisko. Questa "età dell’oro" del gestito, si concretizza anche in termini di soddisfazione del cliente, con quota di clienti molto soddisfatti delle società di gestione in continua crescita.
Secondo la ricerca, l’Ape (l’anticipo pensionistico volontario) inizia ad affacciarsi nel mindset dei capifamiglia, ma conoscenza, interesse e propensione non sono per tutti. Il tema previdenziale è insomma centrale, ma le famiglie faticano ancora ad orientarsi e a prendere decisioni consapevoli. "Ora più che mai il comparto assicurativo ha bisogno di tornare a parlare con i propri clienti. In un mercato caratterizzato da una cultura assicurativa a macchia di leopardo, il pressing commerciale è e rimane un’attività cruciale, che la corsa alla digitalizzazione non può farci dimenticare" sottolinea la ricerca.
Quanto al tema della consulenza finanziaria, la conoscenza dei costi ricevuta da parte degli Investitori è "ancora molto contenuta" ed "evidenzia risultati forse non sorprendenti conoscendo il nostro mercato, ma certamente non tranquillizzanti, con opportunità ancora ampie per una disambiguazione". Anche la conoscenza della MIFID II è ancora abbastanza circoscritta, con "qualche punta di eccellenza presso gli investitori in risparmio gestito". Ma conclude GfK: "La disponibilità a cambiare referente/società in caso di costi della consulenza superiori alle proprie attese è molto diffusa, e potrebbe dare luogo a fuoriuscite significative se non gestite: sono circa 2,5 milioni gli investitori che si dichiarano disposti a cambiare consulente o società".
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