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10/15/2012 | Roberto Abate
L'attacco dalle colonne di FTfm è di quelli che lasciano il segno: vendere i fondi è una fregatura. Ad assestare il colpo, stavolta, è EuroInvestors, un'associazione che rappresenta 4.000 investitori individuali che se la prende con le banche, i financial advisor (categoria rappresentata in Italia soprattutto dai consulenti finanziari (ex-promotori finanziari)) e le piattaforme di fondi online.
L'accusa è la solita, la stessa che da anni fanno i sostenitori della consulenza indipendente, anche in Italia: gli intermediari sono più attenti alle commissioni di gestione che all'interesse dei clienti. In poche parole, anche secondo EuroInvestors, gli intermediari europei tenderebbero ad offrire prodotti più costosi anche se nel mercato esistono alternative più economiche, ma meno remunerative per i distributori. Vengono citati, nell'articolo in questione, alcuni casi in Francia e Gran Bretagna che coinvolgono anche grandi gruppi bancari.
Dove vada a parare l'articolo di FTfm, però, lo si capisce solo nelle righe finali, quando il presidente di EuroInvestors, Mick McAteer, se la prende con l'ultima bocciatura al Parlamento europeo del divieto di incentivi nella bozza della MiFID II. Per la Commissione una maggiore trasparenza è una soluzione preferibile e sufficiente. McAteer, invece, pensa che occorra rompere il legame tra i gestori dei fondi e i distributori una volta per tutte, come sostengono anche alcuni stati Ue. Del resto la partita a Bruxelles non è ancora finita e potrebbero verificarsi ulteriori colpi di scena.
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