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10/21/2015
Ignazio Visco (nella foto), governatore della Banca d'Italia, sarebbe indagato dalla procura di Spoleto all'interno dell'inchiesta sul commissariamento della Banca Popolare di Spoleto. Lo riporta un articolo del Fatto Quotidiano pubblicato martedì 20 ottobre. L'iscrizione nel registro degli indagati di Visco è confermata da atti della procura di Spoleto, secondo l'agenzia Ansa: da un certificato di "comunicazione d'iscrizione a registro" di una parte offesa, scrive l'agenzia, emerge che Visco è indagato dal 28 gennaio 2015 per concorso in corruzione, abuso d'ufficio e truffa, e "infedeltà a seguito dazione o promessa di utilità".
Banca d'Italia non conferma la circostanza dell'iscrizione tra gli indagati della procura di Spoleto del governatore dell'istituto e in una nota spiega che "non può entrare nel merito delle vicende recenti della Banca Popolare di Spoleto, sulle quali la stampa riferisce oggi di indagini da parte della magistratura" e "si limita a rammentare i seguenti fatti di pubblico dominio, ordinati cronologicamente".
Via Nazionale nella ricosruzione cronologia indica che presso il Consiglio di Stato pende un ricorso in attesa di essere discusso dopo l'annullamento del commissariamento, poi reiterato dal ministero dell'Economia.
L'annullamento del commissariamento da parte del Consiglio di Stato, ricorda la Banca d'Italia, fu "per difetto di istruttoria del Mef". Ieri pomeriggio, riporta sempre l'Ansa, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto Visco al Quirinale.
In tutto sono otto gli indagati nell'inchiesta aperta dalla procura umbra, tutti per le stesse ipotesi di reato contestate a Visco: oltre al governatore, gli iscritti sono Giovanni Boccolini, Gianluca Brancadoro, Silvano Corbella, Giovanni Domenichini, Stefano Lado, Giuliana Scognamiglio e Nicola Stabile.
L'esposto che ha portato all'apertura del fascicolo è stato presentato da un centinaio di vecchi soci della Popolare di Spoleto, che sospettano una serie di condotte irregolari nel passaggio a Banca Desio.
Secondo l'esposto dei vecchi soci, ci fu un'offerta di una società di Hong Kong, la Nit Holding, superiore di 100 milioni di euro rispetto a quella avanzata da Banca Desio, che, dicono oggi i vecchi soci della Popolare, i commissari di Bankitalia rifiutarono senza fornire alcuna motivazione chiara.
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