L'ingresso di Banca Monte Parma nella galassia di Intesa Sanpaolo non è stata una passeggiata infatti il piccolo istituto emiliano ha alle spalle anni difficili: nel 2009 il bilancio si è chiuso con una perdita superiore a 15 milioni, che ha superato i 60 milioni nell'esercizio successivo.

 

Intesa Sanpaolo, come riporta il Milano Finanza, ha dovuto intraprendere una profonda azione di risanamento, che adesso prevede anche il lancio di un aumento di capitale da 187,7 milioni (di cui 86,8 milioni destinati a capitale sociale e i restanti a sovrapprezzo).

 

L'operazione, appena autorizzata da Consob, partirà lunedì prossimo per concludersi il 13 marzo, e prevede l'offerta in opzione di 31 azioni di nuova emissione al prezzo di 21,63 euro ogni dieci possedute.
Intesa (che oggi detiene il 60,8% del capitale di Monte Parma) è pronta a fare la sua parte sottoscrivendo l'aumento pro quota e garantendo anche l'eventuale inoptato.

 

Non è escluso quindi che la Ca' de Sass cresca nell'azionariato della controllata.
Tutto dipenderà dalle mosse degli altri soci, a partire dalle due fondazioni, Monte di Parma (che ha il 21%) e Piacenza e Vigevano (15,2%). I due enti non si sono ancora espressi e nel processo di ricapitalizzazione non si possono escludere sorprese. Saranno invece ininfluenti le mosse della Compagnia Generale Immobiliare, che oggi detiene il 2,5%, e dei piccoli azionisti, che posseggono appena lo 0,5%.