Gli investitori stanno analizzando gli asset dell'eurozona, in particolare dei paesi periferici, in mano alle banche francesi e tedesche. Ma tra i due paesi, quale rischia di più in caso di default della Grecia e di un effetto domino a cascata sugli altri paesi a rischio, come Spagna e Italia?

Le banche tedesche, scrive oggi il Wall Street Journal, come Deutsche Bank e Commerzbank, anche se hanno un solido accesso ai finanziamenti, non sarebbero capaci di evitare una probabile estensione della crisi del settore. E' solo di ieri l'annuncio del piano di sostegno alla banca franco - belga Dexia, che pur avendo superato gli stress test rischia il crac.

Il problema è quanti asset dei paesi periferici, a rischio di svalutazione, hanno in pancia gli istituti di credito francesi e tedeschi. Le banche d'Oltralpe, stando ai dati di Bank of International Settlements (aggiornati a marzo 2011, quindi l'esposizione in alcuni casi potrebbe essere stata ridotta), hanno in tutto 162,49 miliardi di titoli di Stato dei Pigs, di cui 105,5 miliardi in titoli di Stato italiani, 32,58 miliardi in bonos spagnoli, 13,4 miliardi in titoli di Atene, 8,61 miliardi in titoli portoghesi e solo 2,64 miliardi in bond di Stato irlandesi.

Più bassa, ma comunque di un peso rilevante (106,44 miliardi), l'esposizione delle banche tedesche al debito dei paesi periferici, di cui 50,98 miliardi verso l'Italia, 29,39 miliardi verso la Spagna, 14,01 verso Atene, 8,8 miliardi verso LIsbona e 3,19 miliardi verso Dublino.