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9/22/2011 | Massimo Morici
La riduzione del rating da parte di Standard and Poor's per sette banche italiane non determinaerà gravi conseguenze sul settore. A rassicurare il mercato ci pensa il presidente dell'Abi, Giuseppe Mussari (nella foto), il giorno dopo il taglio al giudizio di sette istituti che hanno in pancia gran parte del debito italiano, che quest'anno raggiungerà il 121% del Pil e il cui rating è stato abbassato martedì. Si tratta di: Bnl, la controllata italiana di Bnp Paribas, di Mediobanca, Findomestic, Intesa Sanpaolo e delle sue controllate Banca Imi, Biis e Carisbo.
"Consideriamo che sono sette banche che avevano un rating abbastanza alto - ha spiegato il presidente dell'Abi - per cui la riduzione non determina gravi conseguenze, per tutte le altre si è trattato di agire sull'outlook che da neutrale o positivo passa a neutrale o negativo".
Altre otto banche italiane, invece, hanno subito la sola revisione dell'outlook da stabile a negativo: Cassa di risparmio di Parma e Piacenza, Istituto di credito sportivo, Banca Fideuram, Agos - Ducato, Unicredit e le sue controllate Unicredit Bank, Unicredit Bank Austria e Unicredit Leasing.
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