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Pensione, solo il 35% ricerca notizie sul tema

7/7/2011 | Marcella Persola

La nuova ricerca di Aviva mostra l'atteggiamento e le aspettative dei giovani nei confronti della pensione.


Il tema della pensione è uno di quelli più caldi attualmente. E' importante sia prendere coscienza del problema, ma anche per i consulenti capire quelle che sono le leve sulle quali puntare per far prendere coscienza ai clienti della problematica previdenziale, e di come tutelarsi per il futuro.

 

E' assodato ormai che per milioni di persone ci sarà un brusco taglio del tenore di vita una volta giunta la pensione. Uno studio condotto da Aviva, gruppo assicurativo leader in Europa, realizzato in collaborazione con The Futures Company in Italia e nei maggiori Paesi in cui opera Aviva Europe può essere di aiuto. 

 

Infatti, lo studio analizza i comportamenti rispetto al tema della previdenza, con un focus particolare sui cosiddetti Millennials, i giovani nati tra il 1980 e il 1995, e i pre-prensionati, ai quali mancano circa dieci anni alla pensione.

 

Secondo lo studio di Aviva, i giovani italiani appaiono nel complesso più ottimisti sul futuro a breve termine, con solo il 18% dei giovani che teme un peggioramento nella propria situazione economica nei prossimi 12 mesi. La situazione è diametralmente opposta nel lungo periodo: un giovane su due (53%) si pone già da oggi il problema su quale sarà la sua fonte di reddito una volta giunto il momento del pensionamento. La preoccupazione per il proprio futuro non è però accompagnata da una ricerca proattiva di informazioni, con solo il 35% di giovani che sporadicamente ricerca notizie di carattere

finanziario.

 

Tra i Millennials, infine, uno su tre preferisce gestire la propria situazione finanziaria da sé. 

Andrea Battista – amministratore delegato di Aviva - ha sottolineato che “non è mai troppo presto o troppo tardi per iniziare a risparmiare, l’importante è avere gli strumenti per individuare al meglio le situazioni più adatte alla propria situazione. E’ arrivato il momento di un cambio di marcia nel campo della previdenza: bisogna affrontare la questione del gap pensionistico prendendo delle misure adeguate che coinvolgano i governi, gli individui e il settore assicurativo. La diffusione di una cultura del risparmio è la base di partenza per comprendere perché risparmiare per coprire le esigenze future è necessario a livello individuale e sociale.”

 

Rispetto al resto d’Europa, dalla ricerca è emerso che i Millennials italiani sembrano essere più realistici dei loro coetanei europei e cercano di dedicare tempo ed energie alla pianificazione del futuro a lungo termine. Solo due giovani italiani su dieci (contro i quattro del resto d’Europa) dichiarano di preferire spendere il denaro a loro disposizione invece che risparmiarlo.

 

Tuttavia, il 40% di loro non riesce a concentrarsi più di tanto sul lungo periodo dovendosi occupare della copertura delle spese correnti. Un dato interessante da sottolineare è la tendenza generale dei giovani italiani a prestare maggiore attenzione rispetto ai Millennials europei alle informazioni relative alla previdenza integrativa, sebbene uno su tre ammetta di non comprendere il sistema pensionistico italiano, i piani di risparmio né i prodotti a disposizione per garantirsi un futuro adeguato.

 

Anche per il gruppo dei pre-pensionati lo scenario pensionistico è dominato dall’incertezza con il 39% degli intervistati che ritiene di aver bisogno di tutto il reddito mensile attuale per mantenere inalterato lo standard di vita una volta in pensione. Mantenere uno stile di vita simile a quello in età lavorativa è comunque una necessità per la maggioranza dei pre-pensionati; sette italiani su dieci dichiarano, infatti, di avere bisogno almeno della metà del reddito mensile di oggi.

 

Per non dover vivere un serio abbassamento dei propri standard di vita durante la pensione o dover

considerare soluzioni alternative, come lavorare più a lungo o diminuire le proprie aspettative, è

importante rafforzare la fiducia dei consumatori sulle forme pensionistiche integrative, che in futuro

avranno il vero e proprio ruolo di ammortizzatori sociali.

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