Tempo di lettura: 2min
4/14/2011 | redazione
L'Italia è quinta in Europa come numero di crediti bancari in sofferenza (non performing loans) che nel 2011 dovrebbero salire di circa il 10% a quota 86 miliardi di euro.
E' quanto emerge da uno studio condotto da Pricewaterhousecoopers dedicato al settore secondo cui in questo momento in Italia, alcune banche ed investitori hanno avviato negoziati preliminari per un ammontare complessivo tra i 5 e gli 8 miliardi di crediti di cessione dei portafogli crediti.
Secondo Fedele Pascuzzi, partner italiano di Pwc fino al 2007 ''l'Italia è stato uno dei principali mercati per la compravendita di portafogli di crediti in sofferenza ma negli ultimi tre anni il mercato si è fermato e ora stiamo vedendo un risveglio degli investitori''.
L'Italia, rileva, sconta ''errori del passato nella gestione delle procedure di asta negli anni precedenti, un ampio gap tra le aspettative delle banche e quelle degli investitori e l'incertezza nei tempi di recupero giudiziale''.
Più in generale Pwc mette in evidenza come in Europa gli asset non core totali (crediti sia in sofferenze che in bonis) ammontano a 1300 miliardi di euro e le banche impiegheranno 10 anni per assorbirli o dismetterli. Nel periodo 2009-2010 la crescita delle sofferenze in Europa è rallentata al 15% (circa 100 miliardi di euro) e la pressione in Spagna e Irlanda dovrebbe portare a significative operazioni di cessioni prestiti nei prossimi 12-36 mesi.
Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione
Abbonati a prezzi speciali. La rivista sul tuo desk in ufficio
Scopri le categorie