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Banche Ue, prende forma un'altra crisi del credito

10/10/2012

Lo afferma il Fondo monetario internazionale riferendosi al forte indebitamento che attanaglia le banche del Vecchio Continenete. Tre gli scenari futuri.


Le banche del Vecchio Continente sono troppo indebitate e potrebbero essere costrette a vendere una gran parte dei loro asset provocando una ulteriore crisi del credito.

Lo afferma il Fondo monetario internazionale nel Global Financial Stability Report.

 

Le banche europee infatti potrebbero essere costrette a vendere fino a 4,5 miliardi di dollari di asset nel peggiore degli scenari di deleveraging (la riduzione del livello di indebitamento), ovvero in presenza di «politiche deboli».
Nello scenario più ottimistico, occorre dire, la riduzione della leva finanziaria porterebbe alla cessione di 2,8 miliardi di dollari di asset. Nel rapporto si legge che «il maggior onere della contrazione dell'offerta di credito ricade in prospettiva sulla periferia dell'Eurozona, con rischi per la crescita».


Altra crsi del credito

Il Global financial stability report sottolinea che la riduzione della leva finanziaria della banche potrebbe innescare una crisi del credito, potenzialmente in Paesi grandi come l'Italia. Le stime sul crollo degli asset si riferiscono allo scenario peggiore, mentre in quello più verosimile, «qualora sia consentito alle pressioni sui mercati di continuare ad agire», la contrazione del valore degli asset delle banche europee potrebbe essere di 2.800 miliardi di dollari, con un riflesso negativo sull'erogazione del credito a livello periferico dell'ordine del 9% a fine 2013.

 

I 3 scenari del Fmi

L'istituzione di Washington ha calcolato i livelli di riduzione della finanziaria di 58 banche dell'Eurozona entro la fine del 2013, ipotizzando tre scenari.

- In quello di base, l'Fmi considera che i leader dei Paesi europei accettino di istituire un'unica autorità di vigilanza bancaria e di intraprendere altre azioni per scongiurare la crisi del debito sovrano.

- Lo scenario di politica debole invece presuppone che l'Europa non riesca a rispettare gli impegni attuali.

- Nel terzo e ultimo, basato su politiche complete, l'Fmi assume che i leader europei adottino azioni tratteggiate nello scenario di base con una chiara road map di uscita dalla crisi. Se le azioni messe in atto dalla «Banca centrale europea nelle recenti settimane hanno aiutato a rimuovere i timori peggiori degli investitori», l'Fmi ha puntato il dito anche contro il deterioramento «fiscale» di Giappone e Stati Uniti, con gli istituti di credito nipponici imbottiti di Jgb (i titoli di Stato di Tokyo), fonte di potenziali problemi in futuro.  

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