Tempo di lettura: 2min

Gestore della settimana: "Panico emergenti? Non è giustificato"

5/14/2018

AdvisorOnline.it all'Asian Conference 2018 ha intervistato David Tan, chief fixed income Asia Pacific di AllianzGI


Chi investe nel debito emergente nelle ultime settimane sta guardando con non poca apprensione il crollo del peso argentino e della lira turca: per molti è il segnale che, pur trattandosi di casi isolati, nei paesi emergenti si inizi a guardare con preoccupazione all’impennata del dollaro. Di qui a suonare il campanello d'allarme ce ne passa. Il debito dei mercati emergenti, infatti, ha performato sorprendentemente bene e dimostrato una notevole resilienza da inizio anno e non si sono visti segnali che possano fare immaginare una fuga di capitali come quella vista durante il 'taper tantrum' del 2013" spiega David Tan (nella foto), chief fixed income Asia Pacific di AllianzGI. AdvisorOnline.it lo ha incontrato a Berlino, in occasione dell'Asian Conference 2018.

"È una storia già vista: quando negli USA la banca centrale alza i tassi le acque si agitano nei paesi emergenti. Ma non bisogna fare di tutta l'erba un fascio: paese emergenti è una pecetta che contiene tante cose al suo interno. È vero che alcune valute stanno soffrendo il rally del dollaro, ma è altrettanto vero che molte sono risultate finora immuni agli effetti provocati da rialzo della divisa americana. Alcune divise asiatiche, come India e Indonesia, hanno sofferto, ma altre da inizio anno si sono apprezzate e continuano a performare bene. Per un investitore in euro, inoltre, i bond asiatici continuano a offrire ritorni attraenti per il rischio rispetto sia ai bond dei paesi sviluppati sia dell'America latina ed Est Europa".

Tan fa qualche esempio. "Prendendo il segmento IG, per un investitore in euro le emissioni asiatiche in valuta forte, cioè in dollari, continuano a essere ancora interessanti con rendimenti in media attorno all'1,72% rispetto allo 0,9% che si può trovare dell'Eurozona. Stesso discorso nell'high yield: in Europa la media è 3,8%, in Asia 4,72%. In dollari, in Asia" prosegue Tan. Un'altra carta a favore dell'Asia, oltre ai trend di crescita, è anche la qualità: a differenza dei paesi sviluppati, dove da anni ormai i rating sono stati abbassati un po' ovunque (resite al "core" Europe), in Asia il trend è opposto con le 10 principali economie che possono vantare un rating IG: Singapore (AAA), Hong Kong (AA+), Corea del Sud (AA+), Taiwan (AA-), Cina (A+), Malesia (A-), Tailandia (BBB+), Filippine (BBB), India (BBB-), Indonesia (BBB-).

L'esperto, inoltre, invita a considerare le opportunità offerte dal mercato obbligazionario cinese, che è il terzo al mondo, ma che ha ancora una bassa partecipazione da parte degli investitori esteri (meno del 2%). Quanto ai rischi, il principale deriva dall'inflazione. "Se aumentasse oltre le attese, la Fed potrebbe essere costretta ad accelerare il ritmo dei rialzi, prendendo alla sprovvista le banche centrali dei paesi emergenti e gli investitori" conclude Tan.

Condividi

Seguici sui social

Advisor è la prima piattaforma interamente dedicata alla consulenza patrimoniale e al risparmio gestito con oltre 38.000 professionisti già iscritti


Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione


  • Leggi articoli esclusivi
  • Salva le tue news preferite
  • Partecipa ad eventi esclusivi
  • Sfoglia i magazine in anteprima

Iscriviti oggi!

Hai già un profilo? Accedi qui

Cerchi qualcosa in particolare?