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"I titoli del made in Italy? Sono un affare"

2/14/2013

Lo spiega Neil Dwane, cio di Allianz Global Investors, che invita a non confondere le prospettive delle società italiane con i problemi dell’Italia


Le elezioni in Italia del 24 e 25 febbraio tornano sotto i riflettori degli investitori, che tuttavia non dovrebbero dare troppo peso agli appuntamenti elettorali. Almeno la pensa così un "equity boy" come Neil Dwane (nella foto), cio Europe di Allianz Global Investors, che prevede in Italia un ampio dibattito su qualsiasi nuova leadership futura, a meno che non risulti il riflesso della "vecchia Italia", qualora l’esito finisse per coincidere con un’approssimativa coalizione di diverse fazioni.

Dwane spiega: "Le elezioni sono oggi in prima pagina, ma nel secondo trimestre del 2013 l’aspetto fondamentale da valutare sarà la direzione delle misure programmatiche del governo. L’austerity di Monti è una realtà i cui benefici iniziano solo ora a essere percepiti. Tuttavia, l’annullamento o l’allentamento di queste misure potrebbero diventare un motivo di preoccupazione, specialmente perché per il Sistema - Italia sarebbero sufficienti limitati tagli di bilancio per raggiungere un punto di equilibrio e bloccare così l’aumento del debito pubblico – diversamente dalla difficile situazione di Spagna, Francia e Regno Unito, i cui disavanzi di bilancio sfiorano il 10% del Prodotto interno lordo".

Conclude Neil Dwane: "In un orizzonte temporale molto lungo l’Italia sembra conveniente, ma nel breve periodo le prospettive appaiono più difficili con l’economia in stallo e la necessità di riforme strutturali tali da consentire un ritorno a risultati più interessanti. Pensiamo che molti investitori continuino a confondere le prospettive delle società italiane con i problemi dell’Italia, ma questo è un errore perché quasi il 50% degli utili di tali società deriva da business esteri. Noi riteniamo che sia possibile individuare un buon numero di società italiane che hanno una vera impronta globale e una limitata dipendenza dalla crescita del Pil italiano".

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