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Più difficile farsi accettare come “capo” se sei donna

8/23/2024 | Redazione ADVISOR

Accanto agli ostacoli culturali per l’ascesa delle donne ai vertici aziendali, si sta acuendo il fenomeno degli uomini che per motivi culturali o religiosi si rifiutano di lavorare con donne.


A “Economia sotto l’ombrellone 2024”, il festival dell’economia organizzato ogni anno a Lignano Sabbiadoro da EoIpso, il tema del secondo incontro ha riguardato i rapporti e le dinamiche tra uomo e donna sul lavoro.

Il primo problema riguarda l’impiego femminile. Un maggior impiego delle donne a tutti i livelli del mondo del lavoro e ancor più nei ruoli apicali delle aziende aiuterebbe la crescita delle imprese stesse e  dell’economia italiana, ma rimangono ancora molti ostacoli culturali e si fa ancora troppo poco per aiutare le donne (ma anche gli uomini) a conciliare gli impegni lavorativi con la vita familiare. Da tutto ciò conseguono i soliti problemi di abbandono del lavoro dopo il primo parto, di stipendi (o fatturati nel caso delle Partite Iva) inferiori ai colleghi maschi, di ruoli mediamente inferiori.

Accanto a questi sta sorgendo però un ulteriore fenomeno, quello di lavoratori che per motivi culturali o religiosi si rifiutano di lavorare con le donne, il che mette imprenditori e imprenditrici di fronte alla non piacevole alternativa se subire un’inaccettabile discriminazione di genere o rischiare proteste, scioperi e processi mediatici per discriminazione religiosa.

Il tema dell’incontro è stato quindi “Rompere il tetto di cristallo: il valore delle donne alla guida delle imprese”: quattro imprenditrici di successo, alla guida di aziende leader nei rispettivi settori, come Elisabetta Cois di UbiRoom e Impresa Cois, Elisabetta e Federica Gortani di Gortani Srl e Lisa Tosolini delle Distilleria Bepi Tosolini e Distillerie Camel, moderate dal giornalista e direttore editoriale Nord Est di Eo Ipso, Carlo Tomaso Parmegiani.

Credo che, nonostante le difficoltà, nel 2024 ci sia l'opportunità per le donne di emergere – ha detto Elisabetta Tosolini - Spero che avere una presidente del Consiglio donna possa portare un cambiamento, una visione diversa del lavoro della donna e che aiuti a dare il giusto peso e giusto valore a quello che noi facciamo. Per quanto riguarda, in particolare, le imprenditrici, la donna che vuole guidare un’azienda deve sfruttare al meglio le sue qualità e io credo che ne abbiamo tante: abbiamo più empatia, riusciamo a essere un po' più psicologhe e a comunicare meglio con i dipendenti, tendiamo a diventare autorevoli, senza essere autoritarie”.

Sul tema culturale e sulle difficoltà da affrontare in mondi tradizionalmente maschili, hanno insistito anche le altre relatrici: le due sorelle Gortani raccontando i problemi avuti nell’inserirsi in un’azienda metalmeccanica, superati grazie alla tenacia, alla competenza tecnica, e dimostrando che non avevano paura di nulla: “Abbiamo voluto entrambe imparare a usare una saldatrice”; l’architetto Elisabetta Cois, narrando che dopo la laurea aveva voluto passare un’estate in cantiere, fra gli operai, che la guardavano con un misto di curiosità e scetticismo, per comprendere bene le dinamiche dell’impresa familiare: “mi ha aiutato molto – ha affermato -, anche a imparare a non arrabbiarmi e a sorridere, quando, come accade spesso, mi prendono per la segretaria, non immaginando che una donna possa avere ruoli di vertice in un’azienda edile”. 

Infine, la più giovane delle relatrici, Elisabetta Gortani, da cinque anni in azienda come responsabile commerciale, si è poi soffermata sui consigli per giovani donne che volessero intraprendere una carriera imprenditoriale o manageriale: “Bisogna – ha sostenuto - cercare di avere chiari i propri obiettivi, impegnarsi molto, avere coraggio e non fermarsi davanti alle prime inevitabili difficoltà, ai muri che si incontrano e che talvolta paiono insormontabili. Servono, poi, flessibilità ed elasticità, tanto più oggi in un mondo in cui i mercati sono in continua evoluzione e quello che poteva sembrare certo fino a ieri, oggi può cambiare completamente. Non serve “mascolinizzarsi” e bisogna cercare di essere sempre sé stesse, noi donne, infatti, abbiamo qualità diverse da quelle dei maschi che possono essere utili alle aziende. Oggi nella gestione di un’azienda non è più né necessario, né utile, essere autoritari, ma serve, piuttosto, conquistarsi autorevolezza con l’esempio, la competenza, la capacità di comunicare con i collaboratori e queste sono doti che noi donne abbiamo”.

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