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Non c'è tregua per la sostenibilità. Nuove regole in arrivo

4/8/2023

In settimana la Commissione Europea ha pubblicato in consultazione una nuova proposta di regolamento volta a completare la disciplina della Tassonomia ambientale.


Non c’è tregua per la sostenibilità. In settimana la Commissione Europea ha pubblicato in consultazione una nuova proposta di regolamento delegato per la definizione di quattro obiettivi ambientali di completamento della disciplina della Tassonomia ambientale.

 

Il nuovo regolamento dovrà integrare il Regolamento UE 2020/852 relativo all’istituzione di un quadro che favorisce gli investimenti sostenibili, il cosiddetto Regolamento Tassonomia. Nel dettaglio il documento, in consultazione fino al 3 maggio prossimo, punta a stabilire i criteri tecnici di selezione per determinare quelle condizioni in base alle quali le attività economiche possono contribuire in modo sostanziale a uno o più dei seguenti obiettivi ambientali: uso sostenibile e protezione delle risorse idriche e marine, transizione verso un’economia circolare, prevenzione e alla riduzione dell’inquinamento, protezione e al ripristino della biodiversità e degli ecosistemi.

 

Il documento si spinge oltre e si concentra anche sui danni significativi che le attività possono causare. Ma al di là degli aspetti tecnici ci troviamo di fronte ad un nuovo capitolo di una regolamentazione europea che evolve molto rapidamente cambiando di volta in volta le regole del gioco in materia di sostenibilità.

 

Un’evoluzione talmente rapida che secondo una recente analisi del Securities and Markets Stakeholder Group, gruppo consultivo a cui si appoggia l’ESMA  (European Securities and Markets Authority) per le questioni tecniche riguardanti i nuovi regolamenti, siamo di fronte ad un nuovo rischio: le crescenti incertezze che coinvolgono le società di asset management in seguito alle continue e rapide evoluzione delle normative in tema sostenibilità hanno evidenziato non tanto, e non solo, una diffusione del “greenwashing” (atteggiamento volto a etichettare come sostenibili strumenti che sostenibili non sono), ma anche una forte diffusione di “green bleaching”, ovvero la tendenza di molti gestori a non dichiarare di investire in attività sostenibili, anche se o fanno, per evitare problemi dettati dagli obblighi normativi.

 

Sarà importante ora riuscire a fare ordine su tutte le normative in vigore per consentire all’industria del risparmio gestito di essere sempre più incisiva in tema di sostenibilità e ai clienti finali di poter investire in strumenti davvero in grado di rispondere alla crescente richiesta di strumenti “green”.

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